<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

I giudici: «Si può fare l'altra funivia della Marmolada»

«Il ghiacciaio è di competenza del Trentino, ma le norme della Provincia di fatto rendono costruibile l'impianto veneto»
La Marmolada e tutto il versante nord della Regina delle Dolomiti visto da Porta Vescovo
La Marmolada e tutto il versante nord della Regina delle Dolomiti visto da Porta Vescovo
La Marmolada e tutto il versante nord della Regina delle Dolomiti visto da Porta Vescovo
La Marmolada e tutto il versante nord della Regina delle Dolomiti visto da Porta Vescovo

La nuova funivia della Marmolada proposta dal Veneto si poteva e si può fare. E questo anche se il ghiacciaio è di Trento. «L'intervento richiesto dalla società ricorrente era assentibile», scrivono i giudici del Consiglio di Stato a cinque anni di distanza dal ricorso che era stato presentato dalla società Marmolada che gestisce la funivia che da Malga Ciapela sale su fino a punta Rocca e alla "terrazza delle Dolomiti", passando lungo la cresta che a è l'unica parte della montagna di competenza veneta, vista le recenti pronunce dei giudici. Insomma, dopo tanti anni di attesa i giudici hanno detto la loro su tutto, ma chissà se questo ormai potrà davvero cambiare la realtà attuale sulla Regina delle Dolomiti.

Il ghiacciaio è trentino

Il primo punto che è stato messo in chiaro in questi mesi, forse una volta per tutte, è che il ghiacciaio della Marmolada è del Trentino. Le cronache ricordano che esattamente cinque anni fa, a settembre 2018, la Regione organizzò addirittura una seduta del Consiglio veneto in cima alla Marmolada per rivendicare i diritti del Veneto sul ghiacciaio. Ma sei mesi fa, a marzo, il Tar Lazio aveva già messo una pietra trentina sul ghiaccio, dando ragione all'Agenzia per il territorio che sempre in quel benedetto 2018 aveva all'improvviso riassegnato tutto alla Provincia di Trento, cancellando l'ipotesi di un accordo diverso che era stato raggiunto nel 2002 tra Regione Veneto (era Galan) e Trentino (era Dellai).

I veneti non si sono dati per vinti, e il Comune di Rocca Pietore aveva tentato una nuova battaglia giudiziaria reclamando almeno gli usi civici a favore dei veneti e della loro funivia. Niente da fare: pochi giorni fa la Corte di appello di Roma ha messo la parola fine a una diatriba di fatto lunga una quarantina d'anni, rigettando il ricorso veneto: il ghiacciaio è trentino e stop.

Tanto che il sindaco di Rocca Pietore (è anche dirigente regionale leghista) Andrea De Bernardin, ha allargato le braccia: «La nostra volontà non era andare a rivedere i confini amministrativi, ma rivendicare l'uso civico di un'area che ora si trova in provincia di Trento. Non ci è stata data la possibilità di arrivare in dibattimento. Ci arrendiamo».

La sentenza sulla funivia

A sorpresa, però, è arrivata anche la sentenza del Consiglio di Stato sul caso più di rilievo che riguardava il ghiacciaio: la proposta della società "Marmolada" di realizzare una funivia "Sass de Mul - Serauta" (presentata come il rifacimento di una vecchia seggiovia) che dalla zona di Passo Fedaia salga su ben oltre il Pian dei Fiacconi e fino a Sass Bianchet, appunto sotto Punta Rocca, collegandosi di fatto all'area delle piste da sci della funivia che sale da Malga Ciapela: circa 600 metri di impianto a fune. Il Comune di Canazei aveva detto no, e il Tar trentino anche.

Ma a sorpresa il Consiglio di Stato ribalta tutto, con una lunga sentenza emessa dopo che i giudici hanno riascoltato tutti in udienza a maggio: da una parte Canazei e la Provincia di Trento, dall'altra la società "Marmolada" spalleggiata dal Comune di Rocca Pietore e dalla Regione Veneto. La quale, che come noto, aveva anche concesso già 10 anni fa un finanziamento di 3 milioni di euro per la funivia, a fronte di un costo calcolato allora in 6,5 milioni. In ogni caso il Consiglio di Stato è chiaro.

Primo, ricordano i giudici, il Piano urbanistico provinciale trentino e le indicazioni dell'area sciabile e degli impianti sciistici contenute nel "Programma per la Marmolada" superano il Piano urbanistico di Canazei e rendono possibile l'impianto. Secondo: non c'è stato un più ampio accordo tra Trentino e Veneto, previsto dalle normative trentine?

È vero, ma la Regione Veneto ha finanziato l'impianto e il piano trentino lo rende fattibile, senza indicare problemi di ordine progettuale e paesaggistico: «Gli atti dei due enti convergono senza alcuna riserva verso la realizzabilità dell'impianto». Quindi per i giudici è evidente che non c'erano motivi per dire no al progetto della società Marmolada. In più l'Agenzia delle entrate ha sì affidato il ghiacciaio ai trentini, ma ha confermato «che la stazione di arrivo dell'impianto è nel territorio veneto».

«È cambiato tutto»

Morale: il ricorso è accolto. Ma la società "Marmolada" della famiglia Vascellari è ancora interessata a realizzare la sua funivia? «Di certo - commenta amaro il sindaco De Bernardin - in questi 5 anni è cambiato il mondo: c'è stata Vaia e poi il pesante inverno 2019, gli anni del Covid, la crisi economica, il crollo del ghiacciaio l'anno scorso, l'aumento dei costi di energia e di materie prime. Non so cosa farà la società, posso dire però che vedersi dare ragione cinque anni dopo è quasi peggio: ci siamo persi gli anni buoni, che avrebbero potuto dare un sicuro vantaggio all'economia del nostro territorio».

Piero Erle

Suggerimenti