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Veneto

Covid, Luca Zaia: «Valori da zona gialla, ma le terapie intensive preoccupano». «Dobbiamo finire di vaccinare in fretta i 70enni»

Luca Zaia, 8 aprile 2021

I DATI.  Nelle ultime ventiquattro ore sono 1.241 i nuovi positivi in Veneto su 44.878 tamponi effettuati, più di 8milioni da inizio pandemia con incidenza del 2,76%. Dall’inizio della pandemia il totale dei positivi è di 392294 mentre le persone attualmente positive in Veneto 34.139. I ricoveri Covid sono 2268 (-30), di cui 321 (-2) in terapia intensiva e 1947 (-28) in area non critica, mentre le terapie intensive non Covid sono 266. Nelle ultime ventiquattro ore si registrano 24 decessi e il numero dei dimessi totali è di 18mila.

LA SITUAZIONE. «Rt 0,96 confermato e incidenza 160,3. Ovviamente qualche preoccupazione ce l'abbiamo. Prima ondata avevamo un rapporto ricoverati in area non critica - ricoverati in intensiva di 6 a 1. La seconda ondata, caratteristica unica di 8 a 1 (33 % incremento), in questa ultima si è rovesciato il rapporto 5,5 a 1. In questa abbiamo area non critica precipitata e cresce l'intensiva. Ancora oggi noi ricoveriamo mediamente 80-100 persone al giorno, il 10-15% finisce in intensiva. Sono 100 i nuovi pazienti entrati nelle ultime 24 ore e ciò significa che 10-15 saranno in rianimazione tra qualche giorno. Finché non caliamo in modo forte nelle ospedalizzazioni non caliamo nelle intensive». 

EMA.  «Abbiamo capito che l’Ema quando c’è brutto tempo evita di uscire di casa».  «Ema - ha proseguito - ha detto agli Stati di decidere, bello questo sistema. Poi ne vien fuori una "raccomandazione" di utilizzare il vaccino al di sopra dei 60 anni. Ma la parola raccomandazione non vuol dire "obbligatorietà" a non usarlo sotto il 60».

VACCINI. «Il Veneto ha deciso in questa fase di non fare più il vaccino AstraZeneca sotto i 60 anni». Per i richiami «il ministero ha chiarito che i richiami sono AstraZeneca su AstraZeneca a prescindere dall’età, perché chi lo già fatto vuol dire che non ha avuto problemi. Per coloro sopra i 60 anni si fa a meno di prescrizione contraria del medico». «Ieri - ha proseguito - è stata una giornata un po' concitata, e abbiamo già fatto la circolare. Il nostro call center ha ricevuto più di 8.000 telefonate per informazioni». Zaia ha rivelato che «i miei genitori di 79 e 76 anni lo hanno fatto, come moltissimi altri anziani che sono stati chiamati. Il vaccino funziona, dà una grande risposta anticorpale, lo si vede dopo il richiamo. La campagna vaccinale è già orientata su classi di età definite, over 80, over 70 e over 60. AstraZeneca può essere usato con tranquillità in queste fasce d’età, per noi significa concentrarsi più in queste», ha concluso. «Prima di arrivare agli under 60 abbiamo quasi due milioni di persone e arriveranno altri vaccini». «Il problema del vaccino è sempre più grande. Se non ne abbiamo non si va avanti». 

«In veneto tra Over 60 e vulnerabili abbiamo due milioni di cittadini, queste sono le priorità. Le indicazioni su AstraZeneca spero che ci facciano chiudere il target».  «L’unica cosa - ha aggiunto - è che ci restano pochi vaccini. E se ne abbiamo pochi non si va avanti. Oggi è una giornata felice perché abbiamo fatto 34.681 vaccini, siamo al 77% della copertura Over 80, con 27.510 prime dosi. Abbiamo 199 mila vaccini a disposizione, per fine serata saranno 160 mila, li divoriamo. Di questi 68 mila erano AstraZenecvìa, 93 mila Pfizer e 37 Moderna», ha concluso.

PERSONALE SANITARIO NON VACCINATO.  «Abbiamo poco meno di 10 mila sanitari non vaccinati, abbiamo avuto richieste, il decreto ha fatto i suoi effetti». Lo ha reso noto il presidente del Veneto Luca Zaia. «Abbiamo visto - ha aggiunto - che volontariamente moltissimi operatori hanno chiesto di adempiere a questo, che è diventato obbligo di legge».

RIAPERTURE. «La nostra posizione resta di buon senso, di gradualità, ma soprattutto di affrontare questa nuova stagione che non può essere la stagione di chiusura senza se e senza ma». «Chi predica la chiusura - ha precisato Zaia - sicuramente lo fa su una base scientifica. Io dico invece un’altra cosa: se uscite mettetevi in sicurezza, non fate assembramenti e possiamo pensare a un percorso di lenta riapertura, perché le imprese che soffrono ci chiedono un minimo di prospettiva. Non passi mai il concetto che banalizzo la situazione sanitaria. Abbiamo 2.300 pazienti, che non è normalità. Le Terapie intensive sono arrivate alla soglia del 30%, l’area non critica è al 26% su soglia del 40%», ha concluso.

PRENOTAZIONI. «Dal 1° aprile sono 115mila le prenotazioni fatte e arriveremo a 130mila per la serata- ha aggiunto il dottor Tognolo-. Il sistema non ha mai avuto alcun problema nel consentire la prenotazione. È arrivata segnalazione per qualche disfunzione sulla categoria dei disabili e vulnerabili. Noi per i disabili avevamo già previsto di avere automaticamente il posto per l'accompagnatori. Ieri ulteriori modifiche alla banca dati che rende possibile la prenotazione per aiutare il lavoro dei medici di base per identificare i propri assistiti, se sono stati vaccinati e se hanno fatto una prenotazione».

 

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