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IL REPORT

Covid, il Parlamento europeo promuove il modello veneto: «Lockdown misura più efficace»

«La sanità veneta basata sui medici di famiglia, migliore della bergamasca che si poggia sull'ospedale». «Il lockdown la misura più efficace per fermare il virus nella prima fase»
Il governatore del Veneto Luca Zaia durante uno dei punti stampa sull'emergenza Covid
Il governatore del Veneto Luca Zaia durante uno dei punti stampa sull'emergenza Covid
Il governatore del Veneto Luca Zaia durante uno dei punti stampa sull'emergenza Covid
Il governatore del Veneto Luca Zaia durante uno dei punti stampa sull'emergenza Covid

«Il confronto tra il modello veneto, basato sui medici di famiglia, e quello bergamasco, basato sulla prestazione ospedaliera» ha dimostrato che il primo «svolge un ruolo primario e fondamentale nella gestione di una pandemia in quanto garantisce un accesso urgente all’assistenza, ma evita la saturazione degli ospedali». Ecco il passaggio centrale del rapporto della commissione Covid del Parlamento europeo presentato a Bruxelles che promuove a pieni voti la sanità veneta. E fa di più: la valuta migliore dell’approccio lombardo. 

L’Europa si interroga

Un po’ come ha fatto il parlamentino della Regione, istituendo una Commissione d’inchiesta in Consiglio per analizzare come è stata gestita la pandemia (focus sulla seconda ondata), il Parlamento europeo ha avviato una sorta di indagine attivando anch’esso una Commissione Covid e inviando in missione, in Lombardia e Veneto, gli eurodeputati. Della delegazione facevano parte gli italiani Alessandra Moretti (Pd), Aldo Patriciello (FI), Pierfrancesco Majorino (Pd ), Rosa D’Amato (Verdi). Hanno incontrato, tra gli altri, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, e il sindaco di Padova, Sergio Giordani. Secondo i commissari «la rapida introduzione di un lockdown è stata la misura più efficiente per fermare la diffusione del virus in una fase iniziale in cui non esistevano protocolli medici ben sviluppati». Insomma, in quella fase di grande incertezza, secondo i commissari Ue, è stato il Veneto di Luca Zaia ad affrontare al meglio la pandemia.

La relazione

E ancora. «Veneto e Lombardia - si legge - sono state le prime in Europa a essere gravemente colpite dalla pandemia di Covid-19. L’esperienza di quelle Regioni è stata un utile esempio per il resto d’Europa su come gestire meglio la pandemia. Sulla base dell’esperienza di quelle regioni italiane si possono trarre diversi importanti insegnamenti». Quali? «Il confronto tra i modelli del Veneto, basato su servizio territoriale e centri medici territoriali maggiormente accessibili ai pazienti durante la pandemia, e quello del Bergamasco, basato su trattamento dei pazienti prevalentemente in ambito ospedaliero, ha evidenziato che il servizio dei medici di base ha svolto un ruolo fondamentale nella gestione di una pandemia. Anche il più avanzato sistema sanitario ospedaliero non può da solo fronteggiare una pandemia di questa portata», si legge. 

Il livello regionale

La Commissione ribadisce poi come «un centro di comando unico e centralizzato, a livello regionale, per le emergenze importanti, e una comunicazione efficace tra operatori, sono stati gli elementi fondamentali per la gestione della pandemia nelle fasi iniziali». Moretti quindi trae le conclusioni più generali: «Centralizzare la sanità è stata una scelta scellerata fatta per inseguire quel modello sanitario lombardo che per anni è stato descritto come migliore, ma che invece ha depauperato il sistema sanitario locale». Non solo. «Se avessimo investito qualche miliardo in più nella sanità pubblica, nei servizi e nel personale - conclude - forse avremmo saputo dare una risposta diversa» 

 

Cristina Giacomuzzo

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