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Veneto

A 86 anni ha il Covid e va al mare, ma viene rispedita a casa e denunciata

Una veduta della spiaggia di Cesenatico (Foto d'archivio)
Una veduta della spiaggia di Cesenatico (Foto d'archivio)
Una veduta della spiaggia di Cesenatico (Foto d'archivio)
Una veduta della spiaggia di Cesenatico (Foto d'archivio)

Sarebbe dovuta rimanere chiusa in casa, in quarantena, dopo aver scoperto di essere positiva al Covid e invece ha scelto di trascorrere come se nulla fosse la sua vacanza in Riviera. Ma è stata scoperta poco dopo, rispedita a casa e denunciata.

 

Protagonista della vicenda - raccontata da L'Arena.it - è una donna di 86 anni che, dai primi riscontri, risiederebbe nel villafranchese, in provincia di Verona. È accaduto nel fine settimana appena trascorso, ma la notizia, blindatissima, è trapelata solo nel pomeriggio di ieri. Per motivi di riservatezza il nome dell’anziana non è stato diffuso. L’ottantaseienne, identificata, è stata segnalata e riportata a casa grazie a un viaggio organizzato esclusivamente per lei, ma in ambulanza. Unico modo, questo, per evitare che potesse contagiare altre persone durante il tragitto.

 

La donna stava soggiornando in un albergo di Villamarina, località turistica sul mare a meno di venti chilometri da Cesenatico. L’anziana, prima di partire insieme alla comitiva, un gruppo di coetanei che avevano deciso di passare le vacanze sulla Riviera, era risultata positiva al Covid dopo un test. E questo complica, e di parecchio, la sua posizione, perché, nonostante fosse a conoscenza di aver contratto il virus, non ha voluto rinunciare alle ferie, violando così le regole per impedire la diffusione del contagio. Tramite i nominativi che gli ospiti devono lasciare al momento della prenotazione dell’albergo, gli organi preposti ai controlli hanno notato che la donna era inserita fra le persone che, proprio in quel momento, avrebbero dovuto rimanere in casa in quarantena. Di certo non in hotel, al mare, insieme a tanti altri anziani. Categoria, per altro, più a rischio in caso di contagio.

 

I compagni di viaggio, una volta saputo della positività della donna, sono rimasti in isolamento per un paio di giorni fino a quando non sono stati sottoposti ai tamponi. Una volta eseguiti i test, e dopo aver appurato che tutti erano negativi al Covid, la comitiva è stata costretta a riprendere l’autostrada in direzione Verona. Ben prima rispetto a quando la vacanza sarebbe dovuta concludersi. Anche qui per motivi di sicurezza. La preoccupazione, infatti, era legata anche agli altri ospiti della struttura di Villamarina che con la donna, e il gruppo, probabilmente hanno condiviso gli stessi spazi, ristorante e corridoi. Oltre ai contatti che normalmente avvengono nei luoghi di villeggiatura. L’ottantaseienne, invece, completerà il periodo di quarantena a casa.

 

La donna, denunciata, ora rischia. Per chi viola la quarantena e contagia altre persone, infatti, può configurarsi il reato di epidemia colposa. Fattispecie che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni. In generale, invece, e cioè nel caso in cui non si possa dimostrare il contagio diretto, o nel caso in cui il contagio non avvenga proprio, chi non rispetta le regole dell’isolamento rischia una pena che va dai tre ai diciotto mesi di reclusione. Oltre a un’ammenda che spazia da un minimo di 500 ad un massimo di 5mila euro. Per la violazione dell’isolamento fiduciario, quindi quello che si deve seguire in attesa del tampone, o se si è stati in contatto con una persona ritenuta a rischio, si parla di sanzione amministrativa e non penale.

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