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Guerra in Ucraina

Zelensky: «La vittoria sarà nostra». Russia, rimosso il generale Dvornikov

La guerra in Ucraina è arrivata al centesimo giorno

Ore 18 MOSCA RIMUOVE IL GENERALE DVORNIKOV DALL'OPERAZIONE UCRAINA Il generale Alexander Dvornikov non sarebbe più al comando dell’operazione militare russa in Ucraina. Ad affermarlo è il Conflict Intelligence Team, ong investigativa russa. Al suo posto sarebbe stato nominato il generale Gennady Zhidko, ex comandante del distretto militare orientale e viceministro della difesa di Mosca per gli affari politici. Secondo quanto indicato dall’analista Ruslan Leviev, la rimozione potrebbe essere legata a un «processo di rotazione» dei vertici operativi delle forze armate, «come quello visto in Siria», dato che non risulta al momento che sia la conseguenza di una gestione ritenuta deludente.

Ore 14 - MOSCA: ORA SENZA SENSO DISCUTERE DI INCONTRO PUTIN- ZELENSKY. «Sinceramente, non vedo alcun senso nel discutere di questa questione, neanche in teoria»: lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ripresa dall’agenzia russa Ria Novosti, parlando di un eventuale incontro tra i presidenti russo e ucraino, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. «Ora, semplicemente non mi metterei a fare dei ragionamenti senza disporre di fatti», ha detto Zakharova, dicendo che Mosca è grata a coloro che si offrono come mediatori. L’esercito russo ha invaso l’Ucraina lo scorso 24 febbraio scatenando una guerra in cui hanno perso la vita moltissime persone, tra cui tantissimi civili.

 

Ore 12.30 - ZELENSKY: «LA VITTORIA SARÀ NOSTRA». «La vittoria sarà nostra». È quanto afferma il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel 100esimo giorno dell’invasione russa nel Paese.  Il presidente ha pubblicato un breve video su Instagram, nel centesimo giorno dell’invasione russa dell’Ucraina. «Rappresentanti dello Stato sono qui da cento giorni per difendere l’Ucraina», afferma Zelensky. Nel filmato, della durata di 36 secondi, il presidente ucraino è davanti all’edificio dell’amministrazione presidenziale a Kiev insieme, tra gli altri, al primo ministro, Denys Shmyhal e al consigliere presidenziale, Mykhaylo Podolyak.

 

Ore 11 - MOSCA, PRONTI AL DIALOGO MA CI VUOLE RISPETTO. «Il nostro Paese non si è mai escluso dai contatti internazionali. Siamo pronti a parlare». Così il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un’intervista ad Al Jazeera, ripresa da Interfax. La Russia, afferma Medvedev, è pronta «a condurre un dialogo su qualsiasi questione, ma deve essere basato sul rispetto», deve «tenere conto della sovranità e delle preoccupazioni russe» e «cercare di fornire una sicurezza indivisibile».

 

Ore 10.30 - INVASIONE RUSSA ENTRA IN CENTESIMO GIORNO, BATTAGLIA INFURIA. Cade oggi il centesimo oggi dall’invasione russa dell’Ucraina, mentre i combattimenti infuriano nell’est del paese, dove le forze di Mosca stanno rafforzando la loro presa sulla regione del Donbas. La cupa pietra miliare del centesimo giorno di guerra è arrivata nel momento in cui Kiev ha annunciato che Mosca ha ora il controllo di un quinto del territorio ucraino, inclusa la Crimea e parti del Donbas annesse nel 2014. Dopo essere state respinte da tutta la capitale, le truppe del presidente Vladimir Putin hanno puntato a catturare l’Ucraina orientale, una mossa che suggerisce che la guerra potrebbe trascinarsi a lungo. Alcuni dei combattimenti più feroci sono ora incentrati su Severodonetsk nella regione del Donbas, l’80 per cento sotto controllo russo, ma le forze ucraine stanno resistendo. Il presidente Volodymyr Zelensky ha detto giovedì scorso che le forze ucraine hanno avuto un certo successo nella battaglia per il polo industriale, che si trova nella regione di Lugansk. «Ma è ancora troppo presto, al momento è l’area più difficile», ha aggiunto. Il governatore regionale di Lugansk, Sergiy Gaiday, ha dichiarato su Telegram che «per 100 giorni hanno raso al suolo tutto», accusando i russi di aver distrutto ospedali, scuole e strade. «Ma stiamo solo diventando più forti. L’odio per il nemico e la fede nella nostra vittoria ci rendono indistruttibili». 

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