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Guerra in Ucraina

Putin: «Nulla sarà più come prima. Sanzioni contro la Russia folli: non hanno funzionato»

La guerra in Ucraina è arrivata al 114° giorno

Ore 15.45 - PUTIN: «L'ERA DELL'ORDINE MONDIALE UNIPOLARE È FINITA». Gli Stati Uniti «sono attenti solo ai loro interessi» e «si comportano come se fingessero di non notare che ci sono anche altri centri forti a livello globale», come se fossero l'unico centro del mondo. In realtà, anche se «i nostri colleghi occidentali pensano ancora in termini del secolo scorso e trattano gli altri stati come colonie» e «cercano di isolare o cancellare i paesi che considerano "sbagliati"», a livello di politica globale «nulla sarà più come prima». Secondo il presidente russo, «l'era dell'ordine mondiale unipolare è finita, nonostante tutti i tentativi di conservarlo con qualsiasi mezzo». Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, intervenendo al Forum economico internazionale, in corso a San Pietroburgo. Il suo intervento è iniziato con un'ora di ritardo rispetto al programma a causa di un attacco informatico al sito web del forum, come ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La Russia «non ha niente a che fare con l'aumento dell'inflazione in Europa» - ha aggiunto - che «in alcuni Paesi dell'Eurozona è salita oltre il 20%», mentre è «un fatto che i prezzi stanno salendo, ma per colpa di altri» ha aggiunto il premier russo sottolineando che «si cerca di dare la colpa a noi per tutto quello che succede». Secondo Putin l'Unione europea «potrebbe perdere oltre 400 miliardi di dollari a causa delle sanzioni imposte contro la Russia», mentre l'economia russa sta invece reggendo il colpo e «le fosche previsioni sulla nostra economia non si sono avverate». Quello che invece si sta vedendo è «una perdita di fiducia nel sistema valutario globale, minata dai nostri partner». Le sanzioni economiche imposte contro la Russia a causa del confitto in Ucraina «sono folli» e «non hanno funzionato», così come «i tentativi di minare l'economia russa sono falliti». 

 

Ore 8.30 -  ONU: «UCCISI 4.500 CIVILI DALL'INIZIO DELLA GUERRA». L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha reso noto che dall'inizio dell'invasione russa sono stati uccisi 4.481 civili. I feriti sono invece 5.565. Lo scrive Ukrinform. Secondo l'ultimo aggiornamento, le vittime includono 1.739 uomini, 1.159 donne, 119 ragazze e 125 ragazzi, oltre a 40 bambini e 1.299 adulti il cui sesso è ancora sconosciuto. La maggior parte dei civili uccisi è rimasta vittima di bombardamenti, missili e attacchi aerei.

 

Ore 8 - GB, MOSCA HA GIÀ STRATEGICAMENTE PERSO LA GUERRA. La Russia ha «già strategicamente perso» la sua guerra in Ucraina, subendo pesanti perdite e rafforzando la Nato, e «non prenderà mai il controllo» del Paese. È quanto afferma Tony Radakin, capo di stato maggiore della Difesa del Regno Unito in un’intervista all’agenzia di stampa Press Association. «Il presidente Putin ha utilizzato il 25% della potenza del suo esercito per raccogliere piccole conquiste territoriali», sostiene l’ammiraglio. «Qualsiasi affermazione che questo sia un successo per la Russia non ha senso. La Russia sta perdendo», ha detto.
Secondo Radakin, Putin potrebbe ottenere «successi tattici» nelle prossime settimane, ma sta finendo le truppe e i missili ad alta tecnologia. «La Russia ha già perso strategicamente», ha proseguito, sottolineando che «la Nato è più potente», per non parlare di «Finlandia e Svezia che stanno cercando di unirsi» all’organizzazione.
A quasi 4 mesi dall’inizio dell’invasione russa, l’esercito di Putin «sarà presto a corto di uomini e di missili sofisticati», ha aggiunto Radakin.
Le osservazioni del capo di Stato maggiore arrivano quando le forze di Kiev sono in difficoltà nel Donbass con l’ Ucraina che chiede costantemente «armi più pesanti» ai suoi alleati.

 

Ore 7 - LAVROV, UE E OCCIDENTE UNA «MACCHINA COLONIALE». Ieri la missione di Draghi, Scholz e Macron a Kiev per un incontro con Zelensky. Il presidente ucraino preme per l'adesione all'Ue. Draghi gli risponde che «è l'Ucraina a dover scegliere la pace che vuole» e aggiunge che ora «l'Europa deve avere lo stesso coraggio che ha avuto Zelensky» anche se, ammette, per ora non si vedono margini per la pace. Macron e Scholz gli fanno eco: «Francia e Germania non negozieranno mai con la Russia alle spalle dell'Ucraina», che «fa parte dell'Europa».

Intanto per il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, l'ingresso di Kiev violerebbe gli stessi criteri che l'Ue si è data. In ogni caso, ha aggiunto, i rapporti con l'Europa non sono più «tra le priorità» di Mosca. Lavrov ha quindi ha attaccato la politica a suo dire «coloniale» della Ue e in generale dell’Occidente. 

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