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Guerra in Ucraina

Mosca: «L'Ucraina con i confini di prima non c'è più». Kiev, negoziati a fine agosto dopo nostro controffensiva

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in visita alla città ucraina di Mykolaiv
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in visita alla città ucraina di Mykolaiv
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in visita alla città ucraina di Mykolaiv
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in visita alla città ucraina di Mykolaiv

La guerra in Ucraina è arrivata al 115° giorno

Ore 17 - DA KIEV PRIMO PASSO VERSO UE,LUNEDÌ VOTA SU CONVENZIONE ISTANBUL. Il giorno dopo la raccomandazione della Commissione Ue per lo status a Kiev di Paese candidato, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha presentato alla Verkhovna Rada, il Parlamento di Kiev, un disegno di legge che ratifica la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione della violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul. Un documento che obbliga legalmente a creare una base giuridica per combattere la violenza contro le donne e per il contrasto alla violenza fisica e sessuale, alle molestie, ai matrimoni forzati e all’aborto forzato.
Secondo Ukrainska Pravda, i deputati potrebbero prendere in considerazione il disegno di legge lunedì 20 giugno. Il documento è stato firmato da 46 paesi e dall’Unione Europea ma 11 di loro non hanno ratificato l’accordo. La Convenzione di Istanbul è stata firmata dall’Ucraina nel 2011, ma non è stata ancora ratificata a causa delle proteste di chiese e politici conservatori contro il termine «genere» in essa utilizzato. La ratifica della Convenzione, osserva il media ucraino, è stata pubblicamente espressa da alcuni Stati membri dell’Ue come condizione preliminare per l’approvazione dello status di candidato all’adesione all’Ue. 

 

Ore 12.30 - MOSCA, RIARMO UCRAINA PIANIFICATO PER ARRIVARE ALLA GUERRA. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, nell’intervista a Sky News Arabia, ha sostenuto che un riarmo dell’Ucraina e il suo inserimento nelle esercitazioni Nato è stato «pianificato» per portare all’attuale scontro bellico nonostante appelli lanciati da Mosca per «anni» alla comunità internazionale per spingere Kiev al negoziato. È quanto emerge dalle dichiarazioni della portavoce riportate sul sito della tv panaraba. Zakharova, nell’accusare l’Alleanza atlantica di «ostacolare» i negoziati, ha aggiunto che ciò avviene «in parallelo con la fornitura di armi a Kiev, l’invio di consiglieri militari e lo svolgimento di esercitazioni di regolari della Nato, anche se l’Ucraina non fa parte dell’Alleanza; e questo è stato pianificato con l’obiettivo di creare questa situazione e risolverla militarmente».
«Per anni abbiamo chiesto alla comunità internazionale di usare la propria influenza politica, diplomatica ed economica per portare Kiev al tavolo dei negoziati e attuare ciò che il Presidente dell’Ucraina si era assunto come propria responsabilità in base agli accordi di Minsk», ha premesso la portavoce.
«Nelle nostre dichiarazioni e commenti, abbiamo invitato tutti coloro che potrebbero influenzare Kiev a partecipare, ma tutti sono rimasti indifferenti a ciò che avevamo chiesto loro», ha aggiunto Zakharova.

 

Ore 10 - KIEV, NEGOZIATI A FINE AGOSTO DOPO NOSTRA CONTROFFENSIVA. Il capo della squadra negoziale con la Russia sulla guerra, David Arahamiya, ha affermato che l’Ucraina potrebbe riprendere «a fine agosto» i colloqui con i russi, sospesi di fatto dopo i colloqui a Istanbul il 29 marzo, dopo una serie di controffensive in alcuni posti. «Fine agosto - ha risposto sulla ripresa dei colloqui il capo negoziatore a Voice of America, ripresa da Ukrainska Pravda - Non vogliamo condividere i nostri piani con i russi ma penso che condurremo una controffensiva in alcuni luoghi».

 

Ore 8.20 - UCRAINA, MEZENTSEVA: «ADESIONE A UE? RIFORME AVVIATE AL 70%». «Qualcuno pensa che vogliamo diventare membri approfittando della guerra. Non è vero, non vogliamo scorciatoie. Sappiamo di dover migliorare, le riforme servono a questo. Però corriamo». Lo spiega Mariia Mezentseva, parlamentare a capo della delegazione ucraina a Bruxelles, in un’intervista al Corriere della Sera commentando il via libera al processo di adesione dell’Ucraina alla Ue. «L’integrazione delle reti elettriche era in calendario per il 2027. A una settimana dall’inizio dell’invasione russa ci siamo staccati da Russia e Bielorussia per entrare nella rete europea - spiega - Abbiamo già firmato il trattato di libero scambio. Siamo digitalizzati. Chiaro che dobbiamo migliorare. Nella parità di genere, ad esempio. Essere candidati non significa essere membri, ma come per la difesa militare, gli ucraini capiscono che essere europei salverà la nostra identità».

Fino alla settimana scorsa anche Paesi Bassi, Danimarca e Svezia erano perplessi guardando agli indici di corruzione dell’Ucraina. «Sono convinta siano dubbi superati. Il nostro progresso in quel campo è spettacolare. In cinque anni abbiamo fatto ciò che altri non hanno fatto in trenta - prosegue - Le informazioni e le garanzie per essere parlamentare a Kiev sono quattro volte più lunghe e accurate che per partecipare ai lavori del Consiglio europeo. Dobbiamo cambiare la mentalità. Ma le riforme sono al 70% avviate. Magistratura, polizia, appalti». Per l’Ucraina l’ingresso nell’Unione europea «è la strada per la qualità: del cibo, della gestione dei rifiuti, della
sicurezza sul lavoro, dell’efficienza dei trasporti, della lotta alle emissioni di CO2, dei voli, degli imballaggi, del mercato energetico, di tutto - conclude - Noi vogliamo la qualità. Vogliamo l’Europa».

 

Ore 7.30 - MOSCA, L’ UCRAINA CON I CONFINI DI PRIMA NON C’È PIÙ. «L’ Ucraina che conoscevamo, all’interno di quei confini, non c’è più. E non lo sarà più. Questo è ovvio. Quei confini non ci sono più»: ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un’intervista a Sky News Arabia, citata dall’agensia Ria Novosti.

 

Ore 7 - NUOVI TAGLI DI GAZPROM ALL’UE, SCHIZZA IL PREZZO DEL GAS. Un nuovo e corposo taglio annunciato da Gazprom all'Eni e lo stop ai flussi via gasdotto alla Francia hanno segnato un'altra giornata nera sul fronte energia per l'Europa. La guerra del gas con Mosca è ormai entrata nel vivo e vede emergere via via con maggiore chiarezza la strategia del Cremlino: intrappolare il Vecchio Continente in una spirale fatta di prezzi alle stelle e approvvigionamenti sempre più a singhiozzo.
Il costo del metano alla borsa di Amsterdam è balzato del 43% in una settimana, passando da 82,5 a 117,74 euro, con un picco di 134 euro al MWh registrato dopo i nuovi tagli resi noti dai russi. Il trend potrebbe peggiorare e sulla tenuta degli stoccaggi comuni in vista dell’inverno nelle capitali europee comincia a pendere un minaccioso punto interrogativo.
La giornata si era aperta con le brutte notizie per l’Italia. A fronte di una richiesta giornaliera da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha comunicato che ne fornirà solo il 50%. Solo qualche ora dopo è stata la Francia a rendere noto di non ricevere più metano via gasdotto.

Se il taglio della fornitura di gas dalla Russia continuerà, dalla prossima settimana il Ministero della Transizione ecologica potrebbe alzare il livello di crisi del sistema gasiero nazionale, da preallarme ad allarme: la valutazione sarà fatta a metà della prossima settimana dopo un monitoraggio di quanto accadrà in questi giorni. Si tratterebbe di un gradino di maggiore attenzione ma non ci sarebbero misure eccezionali, come tagli di forniture alle centrali elettriche e alle industrie, utilizzo degli stoccaggi, soglie di temperatura per le caldaie (non d’estate, naturalmente). Queste misure scatterebbero solo se fosse dichiarato lo stato di emergenza, che però al momento non è in vista.

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