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Mondo

Giappone, studente escluso dalla cerimonia del diploma per le treccine

Isolato su un balconcino e scoppia la polemica

Isolato su un balconcino durante la cerimonia del diploma perché la sua acconciatura di capelli con le treccine non era conforme alle linee guida dell'istituto scolastico.

È accaduto lo scorso 27 febbraio in una scuola superiore del Giappone, nella prefettura ovest di Hyogo, secondo quanto riferito dai media locali. Il liceo pubblico di Himejiì ha deciso di fare sedere il ragazzo di 18 anni - di padre afroamericano e madre giapponese -, su un balcone in fondo al locale, e gli ha detto di non rispondere anche se il suo nome fosse stato chiamato.

La motivazione è che lo studente non avrebbe chiarito "la sua origine etnica e il motivo per cui indossava le treccine". Il quotidiano Mainichi riferisce inoltre che la scuola aveva precedentemente detto allo studente di tagliarsi i capelli perché erano troppo lunghi e in violazione delle regole dell'istituto, che richiedevano acconciature "ordinate e da studente".

Certificati per il colore di capelli naturale e niente code "disordinate"

Interpellato, un funzionario del board scolastico ha ammesso che la risposta avrebbe potuto essere diversa se ci fosse stata una consultazione preventiva, aggiungendo che la decisione di escludere lo studente "mancava di considerazione e di tatto dal punto di vista educativo". Da diversi anni in Giappone si discute su una revisione delle regole scolastiche, considerate eccessivamente rigide. Di norma gli istituti impongono l'obbligo di certificati per dimostrare il colore naturale dei capelli degli alunni e vietano alle donne le code di cavallo 'disordinate'.

Celebre una causa intentata nel 2017 da una studentessa in una scuola superiore della prefettura di Osaka, che ha affermato di essere stata costretta a tingere di nero i suoi capelli naturalmente castani, o il caso di uno studente a cui veniva impedito di indossare il cappotto nei mesi invernali perché definita una violazione dei codici di abbigliamento. Secondo i dati del ministero del Welfare nipponico i figli di genitori appartenenti a diverse nazionalità rappresentava il 4,1% dei bambini nati in Giappone nel 2020.

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