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Mondo

Gerusalemme, attacco palestinese vicino a una sinagoga: 7 morti. «Ucciso l'assalitore»

Foto ANSA/EPA/ATEF SAFADI
Foto ANSA/EPA/ATEF SAFADI
Gerusalemme, polizia e medici sul luogo dell'attacco

«Uno degli attentati più gravi degli ultimi anni». Così il premier Benyamin Netanyahu ha definito l'attacco terroristico palestinese avvenuto venerdì 26 gennaio davanti una sinagoga a Gerusalemme che ha fatto 7 morti e cica 10 feriti.

Un palestinese ha aperto il fuoco, in pieno shabbat, sulla gente davanti ad una sinagoga nel rione di Neve Yaacov a prevalenza ortodossa, lasciando a terra almeno 7 morti e una decina di feriti. Poi - secondo il capo della polizia di Gerusalemme - è fuggito con l'auto usata per l'attentato verso il vicino quartiere arabo di Beit Hanina. Inseguito e raggiunto dagli agenti gli ha sparato contro ma è stato ucciso dalla reazione armata dei poliziotti. Secondo la stessa fonte, si tratta di un palestinese di A-Tur, nella parte est della città, indentificato in Alkam Khairi (21 anni), senza nessun precedente di affiliazione politica.

Hamas e la Jihad islamica hanno parlato di «un' operazione eroica» e di una «vendetta per i morti di Jenin», all'indomani del blitz antiterrorismo israeliano in cui sono rimasti uccisi 9 palestinesi. E subito dopo l'attacco a Neve Yaacov si sono avute manifestazioni di gioia in diverse città palestinesi: cortei di persone in festa sono stati segnalati a Jenin, Nablus e Ramallah. Scene di euforia si sono avute anche a Gaza City e a Rafah, nel sud della Striscia.

Sul luogo dell'attacco a Gerusalemme - tra forti momenti di tensione con grida di "morte agli arabi" - si è recato il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e Benyamin Netanyahu ha convocato una riunione di emergenza. Dei feriti israeliani, alcuni - almeno tre - sarebbero in gravi condizioni. 

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