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Mondo

Covid: superata nel mondo la soglia dei 200 milioni di casi

I casi di Covid-19 a livello mondiale hanno superato oggi quota 200 milioni, con il numero di vittime che supera i 4,25 milioni, facendo segnare un’altra straziante pietra miliare nella lotta globale contro la pandemia in corso ormai da più di un anno e mezzo. Durante la prolungata battaglia, il Coronavirus ha mostrato diversi segnali di ritirata ma ogni volta è riuscito a tornare con rapide risalite delle casistiche giornaliere e dei morti.
Uno dei motivi chiave che giustifica tali recrudescenze è la subdola capacità del virus di evolversi. Tuttavia, gli approcci irresponsabili di alcuni Paesi nella gestione della pandemia in patria e all’estero, la completa mancanza di equilibrio nella diffusione dei vaccini nel mondo e la ridotta vigilanza sui cittadini che aspirano sempre più a un ritorno alla normalità hanno svolto un ruolo cruciale nel fendere la linea di difesa degli esseri umani.
In questo momento critico, in cui sul pianeta una persona su 39 è stata infettata dall’agente patogeno letale, gli appelli alla solidarietà globale, all’equità dei vaccini e agli approcci basati sulla scienza richiedono una risposta rapida.

Con 35.323.182 casi e 614.793 morti, gli Stati Uniti sono stati i più colpiti dalla pandemia, rappresentando quasi il 18% della casistica globale. Sebbene a giugno i nuovi casi giornalieri del Paese abbiano osservato un temporaneo calo, arrivando al livello più basso in più di un anno, le nuove infezioni giornaliere sono salite ieri a più di 102.000.
In India, sono stati registrati in totale 31.769.132 contagi, rendendo la nazione seconda solo agli Stati Uniti e con un bilancio delle vittime che ammonta 425.757. Il Brasile ha registrato invece 20.026.533 casi ed è il secondo Paese al mondo per numero di morti, avendo totalizzato 559.607 decessi.

Secondo il Csse, gli Stati il cui numero di casi supera i 5 milioni comprendono anche Russia, Francia, Gran Bretagna e Turchia.
Attualmente, diverse aree del mondo si trovano invischiate in gravi recrudescenze di infezioni alimentate principalmente dalle varianti più contagiose del Covid-19, tra cui la variante Delta, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è diffusa in oltre 130 Paesi.
Il Canada è all’inizio della quarta ondata di Covid-19 trainata dalla variante Delta, come ha fatto sapere lo scorso venerdì la responsabile del servizio sanitario nazionale Theresa Tam.
«La previsione aggiornata a lungo raggio mostra come la curva dell’epidemia può evolversi fino all’inizio di settembre e suggerisce che siamo all’inizio della quarta ondata trainata dalla variante Delta, ma anche che la sua traiettoria dipenderà dal continuo aumento della copertura vaccinale completa e dai tempi, dal ritmo e dall’estensione delle riaperture», ha affermato Tam nel corso di una conferenza stampa a Ottawa.

In tutta Europa, la variante Delta è diventata il ceppo dominante e nei prossimi mesi lo sarà anche a livello globale, come hanno fatto sapere la sede europea dell’Oms e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie attraverso una dichiarazione congiunta diramata il 23 luglio.
«Stiamo assistendo a un aumento significativo dei casi associati alla diffusione della variante Delta, altamente trasmissibile», ha sottolineato Hans Kluge, direttore regionale dell’Oms Europa, nella dichiarazione. Contemporaneamente, in alcuni Paesi asiatici e africani è dietro l’angolo o è già arrivata una quarta ondata di infezioni aggravate dalla variante Delta, mentre anche l’America Latina sta tentando di rallentarne la diffusione.
«Questa pandemia non è affatto finita. I traguardi duramente raggiunti sono in pericolo o sono andati persi mentre i sistemi sanitari in molti Paesi sono stati sovraccaricati», ha affermato il portavoce dell’Oms Tarik Jasarevic. Quest’ultimo ha inoltre avvertito: «la variante Delta sta causando devastazione e altre varianti - con il potenziale di essere ancora più pericolose - emergeranno se non controlliamo il virus».

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