Assange: moglie denuncia, perquisito e messo in isolamento
Dopo il via libera a estradizione in Usa. 'Sono abusi illegali'
(ANSA) - LONDRA, 23 GIU - Julian Assange è stato sottoposto a
una sorta di perquisizione punitiva e trasferito in una cella di
rigore nei giorni scorsi, in coincidenza con l'annuncio della
firma da parte di Priti Patel, ministra dell'Interno del governo
britannico di Boris Johnson, del decreto che ne autorizza la
contestatissima estradizione negli Usa. Estradizione già
approvata dalle corti del Regno Unito malgrado le proteste di
attivisti dei diritti umani, associazioni per la tutela della
libertà d'informazione e organismi dell'Onu che rischia di
esporlo alla prospettiva d'essere condannato fino a 175 anni di
carcere per aver contribuito a rendere pubblici a suo tempo
documenti riservati imbarazzanti per molti governi, attraverso
la piattaforma di WikiLeaks: inclusi file relativi a crimini di
guerra americani in Afghanistan o Iraq.
A denunciarlo è stata nelle scorse ore la moglie del 51enne
editore e giornalista australiano, l'avvocato sudafricana Stella
Morris. Secondo Morris, gli addetti della prigione di massima
sicurezza di Belmarsh (in cui Assange è detenuto da oltre tre
anni, pur non avendo più alcuna pendenza con la giustizia
britannica) hanno sostenuto di dover procedere così "per la sua
protezione". Ma in realtà, stando ai sostenitori, gli hanno
inflitto "semplicemente un ulteriore "castigo extra giudiziale",
commettendo un abuso "inaccettabile e sicuramente illegale".
Stella Morris ha aggiunto che nel weekend successivo
all'annuncio di Patel al fondatore di WikiLeaks è stata preclusa
qualunque visita, malgrado egli abbia ancora diritto a chiedere
l'avvio di un ultimo iter d'appello (entro 14 giorni), prima
dell'ipotetica consegna all'alleato d'oltre oceano. Questi fatti
- ha commentato John Rees, animatore della campagna 'Assange
Libero' - "mostrano come le autorità reagiscano in modo
vendicativo alle pressioni. E come noi dobbiamo raddoppiare gli
sforzi per fermare l'estradizione, per il bene di Julian Assange
e in nome della difesa della libera stampa". (ANSA).