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Italia

Truffa con falsa cittadinanza nello "Stato Antartico" che non c'è: trenta indagati

Erano riusciti a vendere terreni in Antartide con annesso titolo nobiliare gli artefici del grande raggiro impiantato intorno allo Stato Teocratico Antartico di S. Giorgio. Attraverso l’adesione allo Stato, i benefici più allettanti però erano quelli connessi alla riduzione dell’imposizione fiscale, con un’aliquota pari solo al 5% da versare al nuovo stato di appartenenza con correlativa esenzione dalla corresponsione delle imposte in Italia. C’era anche la possibilità di preservare i propri beni da possibili azioni esecutive dello Stato italiano atteso che sarebbero divenuti beni «sangiorgesi» o di poter continuare a esercitare la professione medica nonostante l’avvenuta radiazione/sospensione dall’albo e di poter essere esentati dagli obblighi vaccinali. Gli indagati, poi, avrebbero incamerato dai cittadini «antartici» un’ulteriore somma di denaro pro capite proponendo l’acquisto dell’isola di Kouneli, in Grecia, per dare una concreta territorialità allo Stato. Il Gip ha riconosciuto la sussistenza della gravità indiziaria per l’illecita fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio.
Stando alle attuali risultanze investigative, gli indagati hanno infatti formato dei documenti di riconoscimento contraffatti (passaporti, carte d’identità diplomatiche), ma totalmente corrispondenti ai format internazionali, e li hanno utilizzati in diverse strutture alberghiere, sul territorio nazionale ed estero, nonché nel corso di controlli di polizia, come avvenuto
a Catanzaro e in alcuni aeroporti, anche per gestire traffici illeciti di sostanza stupefacente. In almeno un caso, poi, è emerso l’utilizzo di una patente di guida dello Stato Antartico per superare un controllo stradale di polizia. I proventi illeciti acquisiti, quantificati in un importo superiore a 400 mila euro, sarebbero stati poi oggetto di successive condotte di riciclaggio attraverso un conto estero situato in territorio
maltese, dove avrebbe sede una rappresentanza dello Stato. Complessivamente gli indagati sono trenta.

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