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Il caso

Trovato il cadavere di Palmieri: ucciso dalla famiglia. Gli inquirenti: «Scene agghiaccianti»

È stato recuperato il cadavere di Ciro Palmieri, il panettiere ucciso - secondo l’accusa - dalla moglie e da due dei suoi figli a Giffoni Valle Piana. Il corpo è stato individuato dalla squadra del distaccamento locale dei Vigili del fuoco e recuperato con il supporto dei reparti speciali speleo-alpino-fluviali e del personale del Cnsas. Si trovava in un dirupo in località Curticelle di Giffoni Valle Piana. Le operazioni sono state coordinate dai Carabinieri.

Una furia bestiale In un video sarebbe stato immortalato l’omicidio. Scene «agghiaccianti», come le definiscono gli inquirenti. Tutto ripreso dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza dell’abitazione di Ciro Palmieri, il panettiere ucciso - secondo l’accusa - dalla moglie e da due figli, di cui uno quindicenne. Secondo quanto reso noto dalle procure ordinaria e per i minorenni di Salerno, l’impianto di videosorveglianza è servito da diverse telecamere interne, ma le riprese del 29 e 30 luglio - quando è avvenuto l’omicidio - erano già sovrascritte. Un consulente tecnico nominato dalla procura è tuttavia riuscito a recuperare le immagini relative ai due giorni e la loro visione, mettono nero su bianco i procuratori Luigi Cannavale e Patrizia Imperato, è risultata «agghiacciante e cruenta».

Il video Le riprese hanno infatti riprodotto quanto avvenuto, «sin dalla fase iniziale della lite familiare, sviluppatasi dapprima con l’aggressione di Palmieri da parte della moglie e dei figli anche con l’ausilio di più coltelli e proseguita con l’accoltellamento reiterato della vittima anche quando questi giaceva inerte a terra». Il tutto, «sotto lo sguardo sbigottito e attonito di un altro figlio di undici anni». Ma, scrivono ancora i due procuratori in una nota congiunta, «la vis omicida non cessava neanche dopo il decesso di Palmieri, poiché le immagini hanno ripreso la successiva amputazione di una gamba» dell’uomo, poi infilato in un sacco di plastica «per l’occultamento in un luogo non ancora individuato». 

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