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Stresa-Mottarone

Strage della funivia: ci sono i video del disastro. «La cabina era arrivata, si vede che sussulta e torna indietro». Speranze per il bimbo

I soccorsi sul luogo della tragedia
I soccorsi sul luogo della tragedia
I soccorsi sul luogo della tragedia
I soccorsi sul luogo della tragedia

«La cabina era sostanzialmente arrivata al punto di sbarco, si vede che sussulta e torna indietro». Lo ha spiegato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che ha visionato una piccola parte dei video delle telecamere di sorveglianza della funivia del Mottarone. «La visuale - ha precisato - è però limitata alla zona dell'arrivo». Riguardo al blocco di circa mezz’ora del giorno prima della funivia «non sappiamo dire se questo sia collegato all’evento». Al momento, ha ribadito il magistrato, il cavo spezzato, non si sa per ora «a che lunghezza» e che si trova a terra «a monte del pilone», assieme al sistema di frenata di sicurezza, sono i due punti su cui si concentrano le indagini, che non escludono nessuna ipotesi, neppure quella dell’errore umano.

 

Cavo tranciato e mancato funzionamento del sistema frenante di sicurezza sono i punti cardine dell’indagine aperta dalla Procura di Verbania per omicidio colposo plurimo, disastro colposo con messa in pericolo della sicurezza dei trasporti e lesioni gravissime.

 

Questa mattina l'assessore ai trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, ha ricostruito la dinamica dell'incidente: «Ci sono due sistemi frenanti che devono agire se purtroppo capita una cosa di questo genere. Se il sistema frenante non si aziona la cabina torna indietro, si calcola lo abbia fatto a oltre cento chilometri orari. In corrispondenza del pilone non dovrebbe esserci stato nessun urto, ma la pendenza che cambia a quella velocità ha fatto da trampolino e la cabina è saltata per aria a centro chilometri orari, facendo un volo di 54 metri, e poi è ancora rotolata per qualche decina di metri». La Regione ha chiarito che la proprietà dell'impianto del Mottarone è del Comune di Stresa dal 1997 anche se «la trascrizione non è potuta avvenire perché il Comune non ha prodotto gli atti più volte richiesti». Ad affermarlo oggi in Consiglio regionale è stato l'assessore al Patrimonio, Andrea Tronzano, il quale ha poi precisato all'Ansa: «Noi siamo ancora nella fase di lutto, stiamo ancora pregando per la vita di Eitan, ma i titoli di oggi ci sollecitano a informare il Consiglio prima di tutti: il tema che è emerso in questi giorni merita una risposta».

 

Strage della funivia

 

Nel frattempo c'è un cauto ottimismo per il bambino di cinque anni, l'unico sopravvissuto della strage della funivia di Stresa-Mottarone e ricoverato all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Resta molto grave, ma la risonanza di ieri pomeriggio non ha evidenziato danni neurologici a livello celebrale né del tronco encefalico. Un esito che induce i medici ad avere più speranze sulle possibilità di recupero. «Questo - ha spiegato il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle - ci autorizza nella giornata di domani a cominciare un cauto risveglio». Oggi sarà importante vedere la risposta del piccolo, che ora è sedato, che nella tragedia ha perso il papà Amit Biran, 30 anni, studente di medicina che lavorava per la sicurezza della comunità ebraica di Milano, la mamma Tal Peleg, 27 anni e il fratellino Tom di due. Insieme a loro sono morti anche i bisnonni del piccolo, Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen, nonni di Tal, arrivati in Italia da Israele per trascorrere una breve vacanza

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