<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La corsa al Quirinale

Silvio Berlusconi fa un passo indietro. Pd-M5s-Leu verso prima votazione "bianca"

La prima seduta comune del Parlamento convocata per domani 24 gennaio alle 15
La prima seduta comune del Parlamento convocata per domani 24 gennaio alle 15
La prima seduta comune del Parlamento convocata per domani 24 gennaio alle 15
La prima seduta comune del Parlamento convocata per domani 24 gennaio alle 15

Ore 16. «Casini sicuramente quando ha fatto il presidente della Camera lo ha fatto bene. Viene fuori sui giornali che è una delle personalità a cui si pensa». Lo dice Matteo Renzi, leader di Italia viva, a Mezz'ora in più. Andrea Riccardi? «È una persona straordinaria, gli voglio molto bene, ha fatto benissimo il ministro, ma credo che non abbia nessuna possibilità di essere eletto. Il M5s lo vuole come candidato di bandiera, per stare sui giornali. Ma questo non è Sanremo, non si vince il premio della giuria», aggiunge. «Draghi ha salvato l'Italia, va bene a Palazzo Chigi, va bene al Colle, ma non può stare da entrambe le parti. La prima possibilità è che si vada su un presidente o una presidente che garantisca Draghi a Palazzo Chigi, perché di perderlo non possiamo permetterci. L'alternativa è una scelta politica», aggiunge.

 

Ore 14.15.  C'è tempo fino a giovedì per trovare il nome giusto, visto che nelle prime votazioni serve la maggioranza dei due terzi e dalla quarta basteranno 505 voti. «Servono candidati di alto profilo, largamente condivisi e che siano in grado di rappresentare tutti gli italiani. Nelle prossime ore promuoveremo i confronti necessari per arrivare a un tavolo con tutti i gruppi parlamentari per indicare il nome condiviso». Così la nota congiunta di Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza al termine della riunione tra Pd, M5s e Leu. È "molto probabile" che il centrosinistra vada verso la scheda bianca alla prima votazione. Lo affermano fonti di centrosinistra al termine del vertice alla Camera. La decisione sarà presa nel vertice di domani mattina.  «Finalmente ci si può confrontare sui nomi. L'identikit è quello indicato ormai da settimane: profilo non di parte, autorevole. Incontri che dovrebbero preludere a un tavolo tra tutte le forze politiche. Si ragiona su Andrea Riccardi come profilo di presidente ideale». Lo affermano fonti del Nazareno. Letta oggi dovrebbe tornare a incontrare anche Matteo Renzi, mentre fonti Dem spiegano che vedrà Matteo Salvini appena possibile, così come gli altri leader del centrodestra.

 

Domenica 23 gennaio, aggiornamento ore 11.30  Vertice del centrosinistra in programma oggi alla Camera sul Quirinale: Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza saranno accompagnati dai capigruppo del Pd, del M5S e di Leu.  Letta oggi dovrebbe tornare a incontrare anche Matteo Renzi, mentre fonti Dem spiegano che vedrà Matteo Salvini appena possibile, così come gli altri leader del centrodestra. Salvini oggi incontrerà i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo e successivamente i governatori e i delegati regionali della Lega. Le riunioni sono previste nel pomeriggio. Tenere insieme Quirinale e governo, questa la scommessa di Enrico Letta e anche di Giuseppe Conte, che solo garantendo il prosieguo della legislatura può tenere uniti i suoi gruppi parlamentari.

Nei gruppi parlamentari c'è chi torna a credere nella candidatura di Pier Ferdinando Casini (c'è la contrarietà in partenza soprattutto del M5s) e chi spera ci si avviti fino ad arrivare a Sergio Mattarella. Ma la candidatura di Mario Draghi, avvertono dalle segreterie, è del tutto in campo, perché ogni nome alternativo - soprattutto se sostenuto da una maggioranza ristretta - rischia di far saltare il governo. E il Mattarella bis appare lontano, arriverà solo di fronte a uno stallo irreversibile. Continuerebbero a non convincere i nomi di Marta Cartabia (in forte ascesa nei rumor), Vittorio Colao o Daniele Franco (che non vorrebbe traslocare a Palazzo Chigi).

 

Sabato 22gennaio. Silvio Berlusconi fa un passo indietro e rinuncia al Quirinale, in nome della ricerca dell'unità del Paese. È quanto si apprende dal vertice del centrodestra. «Faremo proposta condivisa del centrodestra all'altezza - è la linea di Berlusconi - in grado di avere il massimo consenso possibile». «Mario Draghi deve rimanere al suo posto, si completi l'opera con l'attuale governo». È un altro passaggio in sintesi della nota di Silvio Berlusconi resa nota dopo il vertice del centrodestra di questa sera, sabato 22 gennaio. 

Nel messaggio letto da Licia Ronzulli, Berlusconi ha detto di aver verificato l'esistenza dei consensi per una sua eventuale corsa al Quirinale, ha ringraziato chi lo ha supportato e ha ribadito di aver servito il Paese. «L'Italia oggi ha bisogno di unità, al di là della distinzione maggioranza-opposizione, intorno allo sforzo per combattere la gravissima emergenza sanitaria, per far uscire il paese dalla crisi. La nazione riparte nei momenti difficili se tutti sappiamo trovare, come avvenne nel dopoguerra, un senso comune di appartenenza nella nostra democrazia - ha aggiunto - superando le lacerazioni e al di là delle legittime ed anzi necessarie distinzioni». «Ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica. Continuerò a servire il mio Paese in altro modo, come ho fatto in questi anni, da leader politico e da Parlamentare Europeo, evitando che sul mio nome si consumino polemiche o lacerazioni che non trovano giustificazioni che oggi la Nazione non può permettersi». 

 

LEGA. «Scelta decisiva e fondamentale, Berlusconi rende un grande servizio all'Italia e al centrodestra». Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini dopo la decisione del Cavaliere. «Berlusconi rende un grande servizio all'Italia e al Centrodestra, che ora avrà l'onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra», afferma Salvini.

FRATELLI D'ITALIA. «Abbiamo apprezzato il senso di responsabilità di Silvio Berlusconi, che a seguito della verifica che si era riservato di fare per accertare le effettive possibilità di elezione, ha rinunciato a offrire la sua disponibilità alla candidatura a Presidente della Repubblica». È quanto afferma una nota di Fratelli d'Italia dopo il vertice di centrodestra.

M5s. «Lo avevamo affermato in modo chiaro: la candidatura di Silvio Berlusconi era irricevibile. Con il suo ritiro facciamo un passo avanti e cominciamo un serio confronto tra le forze politiche per offrire al Paese una figura di alto profilo, autorevole, ampiamente condivisa». Lo scrive su Twitter il leader del M5s Giuseppe Conte.

UDC. «Con il suo gesto Berlusconi testimonia con generosità e profondo senso dello Stato la sua statura di uomo delle istituzioni ed è un sentimento di gratitudine condiviso da tutto il Centrodestra. Siamo fiduciosi che anche gli altri schieramenti del Parlamento mostreranno altrettanta sensibilità e responsabilità istituzionale». Lo affermano Lorenza Cesa, segretario nazionale dell'Udc e Antonio De Poli, presidente nazionale del partito.

PD. «Basta nomi di parte. Servono coesione e serietà». È intanto il messaggio lanciato dal Partito democratico sul proprio account Twitter. «Il Pd sta lavorando per garantire stabilità all'Italia con un patto di legislatura e l'elezione di un presidente della Repubblica autorevole e super partes. Eletto da una maggioranza, la più ampia possibile, in nome dell'unità della Nazione e dell'interesse generale», si legge nel tweet. 

 

 

Suggerimenti