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Italia

Rezza: «Riaprire è un rischio ma siamo pronti a intervenire»

«Abbiamo ancora oltre 300 morti e 15 mila casi al giorno, stiamo facendo delle riaperture in un momento in cui la curva sta flettendo leggermente. Il rischio c’è. Quello accettabile per un epidemiologo è zero, per un economista può essere invece 100 e per chi campa con un’attività che ha dovuto chiudere è ancora più elevato. È legittimo che la politica trovi una sintesi, dopodiché nessuno oggi può escludere
che facendo ripartire scuole e altre attività la curva risalga».
Così Gianni Rezza, capo della Prevenzione ministero Salute e membro del Cts, su la Repubblica dove ricorda che c’è comunque «un sistema di allerta precoce, per intervenire subito». E poi annuncia che potrebbero presto arrivare i test salivari, ritenuti ormai «affidabili».
«Una eventuale crescita della curva - sottolinea Rezza - si vedrà a distanza di due-tre settimane. Nel momento in cui allenti è normale che l’epidemia possa ripartire, a meno che non intervengano fattori esterni, come l’allargamento della vaccinazione. Noi poi abbiamo un sistema di allerta precoce, che consente di attuare misure restrittive prima che la curva riparta».

I contesti più pericolosi, ricorda Rezza, «sono quelli al chiuso, dove si sta senza mascherina. Per quello è prevista solo la ristorazione all’aperto, con il distanziamento. All’interno dei locali senza aerazione naturale e senza un idoneo distanziamento il rischio si corre. Certo, nei musei anche al chiuso la situazione si gestisce benissimo. Alcune attività all’aperto, come il calcetto e gli sport da contatto, un rischio lo comportano, anche se ci sono ricerche che comunque non le considerano così pericolose».

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