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Italia

Razzo spaziale cinese in caduta, allerta in 9 regioni italiane

Il razzo cinese "Long March 5B" (Foto EPA/MATJAZ TANCIC)
Il razzo cinese "Long March 5B" (Foto EPA/MATJAZ TANCIC)
Il razzo cinese "Long March 5B" (Foto EPA/MATJAZ TANCIC)
Il razzo cinese "Long March 5B" (Foto EPA/MATJAZ TANCIC)

AGGIORNAMENTO DOMENICA 8 MAGGIO ORE 7.20 - Si è verificato senza impatti il passaggio del detrito spaziale sulla traiettoria che interessava buona parte del centro-sud italiano e resta quindi una sola traiettoria che potrebbe ancora coinvolgere alcuni settori di Sardegna, Calabria e Sicilia. Tuttavia, «la probabilità che uno o più frammenti possano cadere sul nostro territorio rimane estremamente bassa». Lo rende noto il tavolo tecnico del Dipartimento della protezione civile che sta seguendo il rientro incontrollato in atmosfera del lanciatore spaziale cinese "Lunga marcia 5B" sulla base dei dati forniti dalla Agenzia Spaiale Italiana. La finestra di rientro sulla Terra è fino alle 7 del mattino ora italiana. Il tavolo tecnico continuerà a seguire l'evolversi della situazione in tempo reale.

 

AGGIORNAMENTO SABATO 8 MAGGIO ORE 22.30 - Si è ridotta, indica la Protezione civile, la finestra di incertezza relativa al rientro incontrollato in atmosfera del lanciatore spaziale cinese "Lunga marcia 5B" previsto per questa notte. Al momento, le tre traiettorie che potrebbero interessare alcuni settori di nove regioni centro-meridionali italiane si collocano tra l'1 di notte e le 7.30 del mattino. «Resta remota - spiega il Dipartimento, la probabilità che uno o più frammenti possano cadere sul nostro territorio». Tuttavia il tavolo tecnico continuerà a seguire l'evolversi della situazione attraverso i dati disponibili fino all'avvenuto impatto al suolo. 

 

ORE 15 - «Che vuol dire ’non si può escludere la remota possibilità» di un interessamento del nostro territorio? Ipotizzando 1000 oggetti spaziali con le stesse caratteristiche in rientro incontrollato nello stesso momento, in tutto il mondo non sarebbero più di 3 le persone coinvolte». Così su facebook la Protezione civile sul razzo cinese in caduta incontrollata. Il Dipartimento, sottolinea, «insieme ai centri di competenza, prosegue nel monitoraggio delle possibili traiettorie».

 

ORE 8 - Ci sono "porzioni" di 9 regioni del centro-sud che potrebbero essere interessate dalla caduta di frammenti del razzo spaziale cinese 'Long March 5B': si tratta di Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. La previsione di rientro sulla terra è attualmente alle 4,52 di domenica 9 maggio, con un margine di incertezza di 6 ore.

Le indicazioni arrivano dal Comitato Operativo della Protezione Civile convocato dal capo Dipartimento, Fabrizio Curcio. Il consiglio è di stare al chiuso e non in luoghi aperti dal momento che «è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici». Il rientro in atmosfera previsto per la notte tra sabato e domenica.

 

Le previsioni di rientro, rileva la Protezione civile, saranno soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento dello stesso razzo e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all'attività solare. Nell'intervallo temporale considerato sono tre le traiettorie che potrebbero coinvolgere l'Italia. Il tavolo tecnico - composto da Asi, (Agenzia Spaziale Italiana), da un membro dell'ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del ministero dell'Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa - Coi, dell'Aeronautica Militare - Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni - continuerà, insieme ai rappresentanti delle Regioni potenzialmente coinvolte, a seguire tutte le operazioni del rientro, fornendo analisi e aggiornamenti sull'evoluzione delle operazioni.

«Sulla scorta delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica - sottolinea la Protezione civile - è possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione: è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti». Si consiglia, comunque, indica il Dipartimento, «di stare lontani dalle finestre e porte vetrate; i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici; all'interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti; è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto; alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all'impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti».

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