Marco Meneghello, il pilota 45enne originario di Legnago (Verona) morto nel tragico incidente aereo di questa mattina a Guidonia, avrebbe chiesto aiuto dopo essere precipitato tra le case. Prima però avrebbe evitato una strage, riuscendo a compiere una manovra in grado di salvare chissà quante vite. Poi però il suo aereo ha preso fuoco e lui è morto.
Quando ha capito che stava andando a schiantarsi, Meneghello ha infatti evitato di colpire le case riuscendo a scontrarsi nell'unica via possibile. Lo ha fatto precipitando su un'auto, che è andata in fiamme. I residenti hanno sentito le richieste di aiuto del pilota, per i soccorsi però non c'è stato nulla da fare. A centro metri dal luogo della tragedia c'è un asilo nido.
Il racconto di un testimone
«Il pilota ha fatto qualcosa per evitare i palazzi, li ha schivati. Secondo me una manovra per graziarci, perché poteva prendere i palazzi». È quanto raccontano i testimoni oculari dell’incidente tra due ultraleggeri costato la vita a il tenente Colonnello Giuseppe Cipriano e il maggiore Marco Maneghello, i due uomini appartenenti al 60esimo Stormo dell’Aeronauta militare.
Una delle persone presenti nella strada di Guidonia al momento dello schianto degli aerei spiega di avere visto il velivolo «cadere in maniera verticale: è passato tra le palazzine e si è schiantato sulla macchina. Abbiamo provato a salvare il pilota ma non c’è stato nulla fare». Anche il proprietario dell’auto centrata dall’ultraleggero si trovava lì. «Ero a 10 metri della macchina, l’aereo è cascato e io sono scappato. Fosse accaduto pochi secondi dopo ero dentro quell’automobile», aggiunge.