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IL PROFILO

Mamma Carol di giorno e performer di notte: chi era la donna uccisa in Valcamonica

Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie
Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie
Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie
Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie

Aveva una doppia vita, almeno sui social, Carol Maltesi. Ci sono i profili di Charlotte Angie, dove si definiva modella e performer e mostrava alcuni dei tatuaggi che hanno permesso di riconoscerla, e invece quelli della vita di tutti i giorni in cui indossa una camicia dalle maniche lunghe e si definisce mamma e viaggiatrice. Le piacevano i viaggi che a volte faceva lasciando il figlio a casa. Motivo per cui, ha raccontato nelle sue storie su Instagram lei stessa, qualche mamma aveva «puntato il dito». Oltre che sul web Carol, anzi Charlotte Angie, si esibiva anche dal vivo. Era attesa al Luxy Club di Milano per il Luky Erotik Festival che si è svolto dall’11 al 13 marzo insieme a una serie di altre pornostar, ma non si è presentata.

«Per combattere determinati pregiudizi noi donne dovremmo essere le prime a sostenerci per combattere determinati pregiudizi noi donne dovremmo essere le prime a sostenerci»: così la donna concludeva un video sui social girato nel 2020 in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e ripostato dalla stazione radio di Busto Arsizio Flash. «Non ho mai fatto video su Instagram e non sono neanche tanto brava a parlare ma è veramente un tema che mi sta molto a cuore non solo perchè l’ho vissuto nel mio piccolo personalmente - spiegava Carol - Si parla tanto di violenza fisica contro le donne ma è altrettanto importante parlare di quella psicologica perchè comunque ti distrugge emotivamente ed è altrettanto grave. E se ne parla molto poco di questo». «Quello che mi è venuto in mente - ha aggiunto - è che manca soprattutto il rispetto fra noi donne in primis. E anche questa è una forma di violenza psicologica. Soprattutto da quando sono entrata nel mondo delle mamme. Le altre mamme sono sempre pronte a giudicarti se prendi decisioni diverse dalle loro», decisioni «non convenzionali» come quella di fare «foto provocanti» «Devi puntare il dito e far sentire quella donna meno madre o inadeguata - aggiungeva - solo perchè prima di essere madre è donna. Penso che per combattere determinati pregiudizi noi donne dovremmo essere le prime a sostenerci».

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