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Il monitoraggio

Italia più arancione: quattro regioni in zona rossa (tra cui la Sardegna). Gelmini: «Chi vaccinerà di più, riaprirà prima»

Foto Ansa
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AGGIORNAMENTO ORE 17.30 - Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in giornata nuove ordinanze che andranno in vigore a partire dal 12 Aprile. Passano in arancione le Regioni Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Toscana. Passa invece in zona rossa la Sardegna. Lo comunica il ministero della Salute.

 

Questa, quindi, la nuova suddivisione per colori dell'Italia. In zona rossa Campania, Valle d’Aosta, Puglia e Sardegna. In zona arancione Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Toscana, Calabria, Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sicilia, Umbria, Veneto e alle province autonome di Bolzano e Trento.

 

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ORE 13.30 - Il valore dell'Rt nazionale scende a 0,92, la scorsa settimana era a 0,98. In calo anche il valore dell'incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti che arriva a 185 dai 232 della scorsa settimana. Sono secondo quanto si apprende i due valori più significativi del monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute che sarà diffuso oggi. 

L'Italia quindi si appresta a diventare più arancione. Campania, Valle D'Aosta e Puglia dovrebbero restare regioni rosse, la Sardegna da arancione dovrebbe invece passare in zona rossa: sono queste secondo quanto di apprende le 4 regioni che resterebbero rosse dalla settimana prossima sulla base dei dati del nuovo monitoraggio Iss-Ministero della Salute. Tornano in arancione Piemonte, Lombardia, Friuli, Emilia Romagna e Toscana. Resta in dubbio la situazione della regione Calabria attualmente rossa.

 

Intanto la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini, riprendendo la linea del premier Mario Draghi, ha ribadito ai microfono di Radio Anch'io, su Radio Uno Rai, che «chi vaccinerà di più riaprirà prima». «Sapremo con il generale Figliuolo riprogrammare la campagna vaccinale nel tempo più breve possibile, alla gente dobbiamo dire che abbiamo usato finora la massima precauzione, ma che bisogna vaccinarsi», ha aggiunto poi parlando del caso Astrazeneca, con il cambio di destinazione preferenziale del vaccino agli over 60 e la possibile diffidenza degli anziani nei confronti del prodotto anglo-svedese. 

 

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«È un dovere riaprire la seconda metà di aprile, se i dati lo permetteranno. Non si può stare in rosso a vita», ha spiegato ieri il leader della Lega Matteo Salvini, dopo un incontro a Palazzo Chigi con il premier, aggiungendo: «Con Draghi abbiamo parlato di dati: dove è tranquillo è un dovere ripartire. Draghi lo ha condiviso». Il presidente del Consiglio ha poi chiarito in conferenza stampa che «è normale chiedere aperture: la migliore forma di sostegno all'economia sono le aperture, ne sono consapevole. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, obiettivo è un mese di presenza». L'elemento fondamentale non è soltanto il calo dei contagi. «Ci sarà una direttiva di Figliuolo» sulle vaccinazioni delle persone fragili «e poi vedremo come inserire con i ministri il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra i parametri che si usano per autorizzare le riaperture, annuncia il presidente del Consiglio, che aggiunge: «È chiaro che per le Regioni che sono molto avanti con i più vulnerabili sarà più facile riaprire».

E pensa anche ad «un piano di riapertura delle fiere e degli eventi» per guardare «al futuro delle prossime settimane». Il premier, commentando le contestazioni in piazza dei commercianti in questi giorni, ha condannato gli episodi di violenza (i tafferugli di martedì scorso a Montecitorio hanno provocato il ferimento di due poliziotti, ndr) ma - ha specificato - «capisco la disperazione a l'alienazione di chi protesta». Secondo una stima dell' Associazione Nazionale Palestre e Lavoratori Sportivi, molti titolari di strutture sportive hanno deciso di riaprire in barba ai decreti anti-Covid e sarebbero già il 20%. E continuano in diverse città - da Cagliari a Napoli, passando per Roma - le proteste di ristoratori, ambulanti e lavoratori del settore dei gioco legale.

 

In alcune regioni si pensa invece già alle prossime vacanze degli italiani e ai concerti. I presidenti delle due Regioni, Christian Solinas e Nello Musumeci, chiedono al Governo Draghi di «avere il coraggio» di andare oltre la proposta di vaccinazione delle sole isole minori del Paese, puntando su Sardegna e Sicilia. In questo senso un assist arriva dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: «La Grecia ha tante isole e per quello si sta muovendo in quella direzione, noi potremmo farlo. Il punto è creare meccanismi per cui sia semplice circolare. La direzione mi sembra abbastanza chiara». Sul fronte delle attività culturali, il ministero e le Regioni sono al lavoro per ridefinire per un Piano sui protocolli per la riapertura di teatri, cinema, musei e spettacoli dal vivo. Tra le novità potrebbe esserci l'aumento del numero di spettatori. Il nuovo documento sarà vagliato dal Cts, per definire una serie di misure a seconda dei colori assegnati ai vari territori. E i Musei Vaticani hanno già messo nero su bianco le nuove norme per i visitatori: prenotazione obbligatoria, puntualità negli orari di accesso, mascherine, distanziamento di oltre un metro. «Potrà essere disposto l'allontanamento dai Musei di coloro che non seguiranno le disposizioni», avverte la direzione. «A causa dell'emergenza sanitaria per infezione da Covd-19, a partire da lunedì 3 maggio 2021 e sino a diversa disposizione, le visite ai Musei e ai Giardini Vaticani saranno impostate secondo i criteri» stabiliti per la riapertura.

 

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