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Italia

Italiano morto alle Canarie: è stato picchiato e legato in casa, poi il cadavere carbonizzato

La vittima, Andrea Costa (Foto Facebook)
La vittima, Andrea Costa (Foto Facebook)
La vittima, Andrea Costa (Foto Facebook)
La vittima, Andrea Costa (Foto Facebook)

Picchiato dopo una lite nel cuore della notte, ammanettato, legato e lasciato in casa fino a che è morto. È la terribile fine di un 42enne di Cuneo, Andrea Costa, ex operaio metalmeccanico, da un anno sull’isola di Gran Canaria, dove per qualche mese aveva gestito un ’Cannabis club’, chiuso all’inizio dell’estate. I suoi aguzzini l’avrebbero abbandonato dopo averlo pestato a sangue, nell’appartamento che la vittima condivideva con uno di loro. Dopo averlo trovato senza vita l’hanno caricato sulla sua auto, una Lancia, alla quale poi hanno dato fuoco.

La notizia, rimbalzata dalla Spagna e pubblicata da alcune testate web locali, è stata confermata nella frazione cuneese dove Costa viveva fino a un anno fa, con la moglie e un figlio minorenne. Secondo i media spagnoli, per la morte del 42enne tre persone sono state arrestate e altre cinque indagate: sono accusate, a vario titolo, di omicidio, occultamento di cadavere e omissione di soccorso.

La vittima, secondo quanto si apprende, aveva lasciato un anno fa il lavoro alla Michelin di Cuneo, licenziandosi. Con la liquidazione aveva aperto un ’Cannabis club’ sull’isola, a Carrizal. La moglie l’aveva seguito in Spagna, dove la coppia si era sposata, a Vecindario, ma qualche mese fa aveva fatto rientro in Italia per riprendere la sua attività lavorativa. Costa era invece rimasto a Gran Canaria cercando un altro lavoro, come cuoco o cameriere; nel frattempo percepiva un sussidio di disoccupazione.

Secondo la ricostruzione del delitto fatta dalla Guardia Civil e dalla Polizia Giudiziaria di Vecindario, gli 8 indagati, tutti spagnoli, sabato scorso avrebbero consumato droga prima di mettersi a tavola in un ristorante e poi si sarebbero allontanati senza pagare il conto, lasciando Costa da solo nel locale. A tarda notte l’italiano si è ricongiunto con il gruppo e sarebbe scoppiato un violento litigio tra lui e il suo compagno di appartamento, David Josè. Quest’ultimo lo avrebbe picchiato, ammanettato e nascosto in casa per oltre 24 ore, fino alla morte. Poi avrebbe dato fuoco all’auto della vittima per nascondere l’omicidio. La scoperta dell’auto bruciata con all’interno il cadavere di Costa risale a lunedì, ma l’identificazione è avvenuta nei giorni successivi.

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