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L'emergenza

Covid, la curva sale: Italia verso lo "scenario 4", il più grave. Cts: «Lockdown ipotesi realistica»

La foto simbolo dell'infermiera del 118 dell'ospedale di Villa Sofia a Palermo stremata che si addormenta sul volante (Ansa)
La foto simbolo dell'infermiera del 118 dell'ospedale di Villa Sofia a Palermo stremata che si addormenta sul volante (Ansa)
La foto simbolo dell'infermiera del 118 dell'ospedale di Villa Sofia a Palermo stremata che si addormenta sul volante (Ansa)
La foto simbolo dell'infermiera del 118 dell'ospedale di Villa Sofia a Palermo stremata che si addormenta sul volante (Ansa)

Due settimane di tempo per verificare l'efficacia o meno delle misure disposte dal governo Conte con l'ultimo Dpcm del 24 ottobre. Se le curve di contagi e ricoveri non dovessero rallentare l'Italia potrebbe seguire quanto fatto da Francia o Germania, con l'ipotesi lockdown che torna a farsi concreta.

«Sono allo studio tutte le misure. Quindi, che il lockdown sia una delle ipotesi previste - generale, parziale, localizzati, o come quello che abbiamo visto a marzo - era previsto. Speravamo, auspicavamo di non arrivare a quelle ipotesi. Ma se guardiamo anche ai paesi accanto a noi, sono purtroppo ipotesi realistiche», ha detto a Radio Popolare il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Agostino Miozzo. «Ora - ha proseguito - stiamo uscendo da una decisione sofferta come l’ultimo Dpcm che già dà delle limitazioni piuttosto rigorose. Vediamo se avranno un minimo impatto, altrimenti saremo costretti a prendere misure diverse. Solo con il rispetto rigoroso delle regole, il lockdown potrà essere ricordato come una brutta esperienza del passato». 

 

Ma la curva epidemica continua a salire e aspettare il 9 novembre potrebbe essere troppo tardi. I numeri sui contagi da Covid-19 in costante crescita (giovedì 29 ottobre quasi 27mila), indicano come sempre più realistico per l'Italia lo scenario 4, l'ultimo più grave previsto caratterizzato da una «situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo» ed indicato nel documento "Prevenzione e risposta a Covid-19", redatto da ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss).  Si avvicina cioè lo scenario più critico che, secondo il documento, si riferisce a una «una situazione non gestibile con le misure straordinarie già messe in atto». È infatti molto probabile, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, che il forte aumento dei casi abbia portato l'indice di contagio Rt (che indica le persone che possono essere contagiate da un individuo con il virus) oltre l'1,5 registrato fra il 12 e il 18 ottobre. Proprio Rt sopra 1,5 è uno degli elementi che delinea lo scenario più grave dell'epidemia.

 

A rendere realistico il più critico degli scenari è l'aumento dei casi, che mostra ormai una progressione continua da almeno quattro settimane: da allora la curva epidemica continua a mostrare un andamento chiaramente esponenziale, con tempi di raddoppio di circa una settimana. Aumenta di riflesso il numero dei nuovi decessi, con 217 in più in 24 ore, e quello dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva, saliti di 115 unità. «È un brutto segnale perché a distanza di tempo i ricoveri in terapia intensiva finiscono per pesare sulla mortalità», ha detto il fisico Enzo Marinari, dell'Università Sapienza di Roma.

Il numero dei tamponi eseguiti ha toccato il nuovo record di 201.452 i tamponi in 24 ore, ma è un incremento che non corrisponde purtroppo alla capacità di individuare tutti i casi. Lo indica il rapporto fra casi positivi e tamponi, del 13,3%. «È un dato che indica che il tracciamento è perso: se il numero di positivi misurato è così grande, il 13,3% è un valore molto alto», ha osservato. «In queste condizioni il numero che leggiamo per i nuovi positivi è molto inferiore a quello reale: quando i rapporti diventano così alti, molti sfuggono e il numero reale si comincia a perdere».

 

Lombardia, Liguria e Piemonte sono le regioni in cui la situazione è più critica; al Centro sono Lazio e Toscana le regioni con più problemi, ma tengono ancora, e al Sud la regione con più criticità è la Campania.

 

La scommessa con la possibilità di piegare la curva epidemica si giocherà nei prossimi giorni. «Saranno cruciali per cercare di implementare le regole decise dal governo», ha detto Marinari. I primi risultati, ha aggiunto, «potrebbero cominciarsi a vedere già fra quattro o cinque giorni e la speranza è di poter cominciare a vedere un leggero calo dei nuovi positivi fra una settimana». Quanto al picco della curva epidemica, riuscire a vederlo o meno in tempi ragionevoli è solo una conseguenza dell'applicazione delle nuove misure: «Dipende da quello che faremo. Se non ci comporteremo in modo responsabile - ha rilevato Marinari - potremmo arrivare a mille morti al giorno: è quello che faremo che determinare l'andamento della curva». 

 

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