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Il monitoraggio indipendente

Covid, Gimbe: «Siamo nella quarta ondata, ma impatto minimo su ospedali». In Veneto +60,3% nuovi casi nell'ultima settimana

Un pronto soccorso Covid in una foto d'archivio (foto Ansa)
Un pronto soccorso Covid in una foto d'archivio (foto Ansa)
Un pronto soccorso Covid in una foto d'archivio (foto Ansa)
Un pronto soccorso Covid in una foto d'archivio (foto Ansa)

Dopo 15 settimane di discesa, i nuovi casi settimanali di Covid-19 registrati in Italia «hanno ripreso a salire sempre più rapidamente, certificando di fatto l’avvio della quarta ondata: da 5.306 nella settimana 23-29 giugno sino a 19.390 nella settimana 14-20 luglio. In aumento anche i decessi, i ricoveri con sintomi e le terapie intensive. Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 21-27 luglio 2021, che vede un incremento settimanale del 64,8% di nuovi casi (31.963 rispetto 19.390), un aumento del 42,9% di persone in isolamento (68.510 rispetto a 47.951), un aumento del 34,9% di ricoveri con sintomi (1.611 rispetto a 1.194) e del 14,5% delle terapie intensive. E  tornano a salire le vittime: 111 nell'ultima settimana, il 46% in più rispetto ai 76 della settimana precedente.

 

IN VENETO +60,3% NUOVI CASI. In tutte le Regioni, eccetto il Molise, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi e in 40 Province l'incidenza supera i 50 casi per 100.000 abitanti. Tre Province fanno registrare oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (272), Cagliari (257) e Ragusa (193).

Per quanto riguarda il Veneto, sono cresciuti del 60,3% nell’ultima settimana (21-27 luglio) i nuovi casi Covid, che ora sono 214 ogni 100.000 abitanti. La crescita di questa quarta ondata del virus è comunque inferiore a quella media italiana, +64,8%. I nuovi malati, nella settimana monitorata, impattano ancora in modo molto limitato sulle ospedalizzazioni, con un +2% sia per i ricoveri in area medica, sia nelle terapie intensive. 

 

IL VIRUS CIRCOLA ANCORA. Il virus, inoltre, «circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati», dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, «a causa dell'insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall'aumento dei positivi». Infatti, a fronte ad un'impennata del rapporto positivi/persone testate (dall'1,8% della settimana 30 giugno-6 luglio al 9,1% di quella 21-27 luglio) la media dei nuovi casi ha subito una flessione nell'ultima settimana. Si conferma infine un lieve incremento dei ricoveri che documenta l'impatto ospedaliero della variante delta: il numero di posti letto occupati da pazienti Covid in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio, anche se le percentuali rimangono basse, con tutte le Regioni che registrano molto valori inferiori al 15% per l'area medica e al 10% per l'area critica. 

 

SCUOLA, 3 MILIONI DI STUDENTI DA VACCINARE. Degli oltre 4,5 milioni di persone tra 12 e 19 anni, poco più di 670 mila (14,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e quasi 765 mila (16,8%) hanno ricevuto solo la prima dose. Pertanto, in questa fascia di età il 68,5%, ovvero 3.121.710 risulta ancora totalmente scoperto, peraltro con differenze regionali molto rilevanti, che vanno dall'85,9% dell'Umbria al 61,4% dell'Abruzzo. «Se la riapertura delle scuole in presenza al 100% deve essere l'obiettivo prioritario - si sottolinea nel monitoraggio -, puntare esclusivamente sulle coperture vaccinali è rischioso».

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