<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il dibattito

Covid, cambia il conteggio dei ricoveri? Esclusi i positivi asintomatici

Foto Ansa
Foto Ansa
Foto Ansa
Foto Ansa

I pazienti ricoverati in ospedale per cause diverse dal Covid che risultino positivi ai test per il virus SasrCoV2, ma asintomatici, qualora assegnati in isolamento al reparto di afferenza della patologia, saranno conteggiati come "caso" Covid ma non saranno conteggiati tra i ricoveri dell’Area Medica Covid. Ciò fermo restando il principio di separazione dei percorsi e di sicurezza dei pazienti. Lo prevederebbe una nuova circolare del ministero della Salute, accogliendo così le richieste delle Regioni in tal senso. 

Sulla questione è intervenuto lo stesso Ministero, precisando che al momento «nessun atto formale è stato disposto. Fermo restando quanto riconosciuto ieri dall’Istituto Superiore di Sanità è ovviamente sempre aperta l’interlocuzione con le Regioni».

Leggi anche
Pressing delle Regioni per evitare la zona arancione: «Si cambi il conteggio dei casi e i parametri per gli ospedali»

L’Istituto superiore di Sanità, però, non la pensa così. Primo, dicono gli scienziati, vanno contati anche gli asintomatici. Il Covid «dà una sintomatologia variegata e in evoluzione anche per la comparsa di nuove varianti virali che interagiscono in modo spesso diverso con il nostro organismo». E questo, «rende molto difficile riconoscere clinicamente un’infezione sintomatica da SARS-CoV-2 in assenza di una conferma di laboratorio». Inoltre in molti casi, soprattutto tra i non vaccinati, l’infezione «decorre in maniera  asintomativa». Dunque, «non sorvegliare questi casi limiterebbe la capacità di identificare le variabili emergenti» e «non renderebbe possibile monitorare l’andamento della circolazione del virus». Non solo. Nelle faq pubblicate sul sito l’Iss afferma che non è vero che l’Ecdc ha cambiato la definizione di caso. «È la stessa del dicembre 2020».

 

Leggi anche
Crisanti: «Picco a fine gennaio, poi più test sierologici. Sì ai dati giornalieri»

Suggerimenti