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Il delitto

La confessione choc del killer di Carol: «Lei si muoveva e continuavo a colpirla. Poi ho visto che soffriva e le ho tagliato la gola, per pietà»

I sigilli messi dagli inquirenti alla casa di Rescaldina, nel Milanese; nel riquadro la vittima, Carol Maltesi
I sigilli messi dagli inquirenti alla casa di Rescaldina, nel Milanese; nel riquadro la vittima, Carol Maltesi
I sigilli messi dagli inquirenti alla casa di Rescaldina, nel Milanese; nel riquadro la vittima, Carol Maltesi
I sigilli messi dagli inquirenti alla casa di Rescaldina, nel Milanese; nel riquadro la vittima, Carol Maltesi

Resta in carcere per gravi indizi di colpevolezza. Tanti aspetti ancora sono da chiarire, ma la confessione di Davide Fontana non ha lasciato spazio a scelte diverse al gip di Brescia Angela Corvi, che ha convalidato il fermo del 43enne dipendente di banca nel Milanese che ha ammazzato e fatto a pezzi la 26enne Carol Maltesi, sua vicina di casa a Rescaldina (Varese) e anche ex compagna.

Nel carcere Canton Mombello ieri mattina è durato circa mezz’ora l’interrogatorio di convalida dell’uomo accusato di omicidio volontario, distruzione di cadavere e occultamento. «Con la confessione è uscito da un incubo che stava vivendo da due mesi», ha detto il suo legale Stefano Paloschi.

Fontana ha raccontato agli inquirenti di aver colpito la donna con un martello durante un gioco erotico con una confessione choc: «Non so che cosa sia successo. Lei si muoveva con la testa ed io continuavo a colpirla ma non so bene dove perché aveva il sacchetto in testa. A questo punto, resomi conto di cosa avevo fatto, le ho tolto il cappuccio e credo che fosse morta. Mi son reso conto di averle procurato molte ferite dalle quali perdeva molto sangue». «Credo che fosse già morta ma, non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina a lama liscia che poi ho buttato in un cestino dell’immondizia a Rescaldina. Mi è sembrato che fosse un atto di pietà, vedevo che stava soffrendo e ho concluso le sue pene tagliandole la gola», sono le parole usate dall’uomo nel lungo interrogatorio di lunedì notte che si è concluso con il fermo disposto dal pm Lorena Ghibaudo e confermato dal gip che si è poi dichiarata incompetente territorialmente e ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Busto Arsizio.

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La tesi del gioco erotico, tuttavia, non è al momento ritenuta credibile. Secondo chi indaga Fontana ha ucciso Carol Maltesi durante il rapporto. E con una chiara intenzione. «Poiché non poteva accettare di vivere senza la ragazza che tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, gli aveva comunicato che intendeva lasciare Rescaldina e trasferirsi fra il Veronese, dove risiedeva il figlioletto, e Praga». Lo  scrive il gip di Brescia Angela Corvi nell’ordinanza di convalida del fermo del bancario reo confesso dell’omicidio della 26enne. «Pure acconsentendo a che la Maltesi, di cui si è rappresentato follemente innamorato, intrattenesse relazioni anche con uomini diversi - spiega il gip -, non poteva assolutamente accettare che se ne andasse lontano, abbandonandolo; e così, le toglieva barbaramente la vita, durante un gioco erotico che avevano concordato, approfittando della evidentemente incondizionata fiducia che la giovane riponeva in lui - tanto da farsi legare, imbavagliare ed incappucciare, rendendosi inerme nelle sue mani». «Avanti a questo Giudice ed in sede di udienza di convalida - aggiunge -, l’indagato ha integralmente confessato i delitti, rivelando altresì il movente, di evidente natura passionale». Il giudice spiega inoltre che Fontana ha ucciso «una giovanissima donna, madre di un bimbo ancora in tenera età, "colpevole" soltanto di volere seguire i propri progetti ed aspirazioni lontano dall’indagato».

Nei prossimi giorni gli inquirenti entreranno nelle case della vittima e del suo assassino per i primi accertamenti, così come inizieranno ad analizzare i cellulari sequestrati. Fontana ai carabinieri di Brescia ha anche aggiunto che dopo aver fatto a pezzi Carol Maltesi ha cercato di dare fuoco ai resti. «Ho prenotato un appartamento su Air B&B sito a Vararo, non ricordo il nome. Era una casa singola in collina, isolata. La prima volta ho pernottato due giorni per rendermi conto della logistica. Ho poi successivamente prenotato ancora una volta la medesima abitazione e, in questa occasione, ho portato con me i sacchi contenenti il corpo. Nella zona barbecue di questa abitazione ho provato ad appiccare il fuoco ai pezzi del cadavere, utilizzando alcol e benzina, ma mi son reso conto che non era fattibile. Ho quindi recuperato i pezzi e li ho riportati a casa di Carol mettendoli nel freezer» ha spiegato l’impiegato di banca ora in carcere. Il congelatore lo aveva comprato apposta e lo aveva installato a casa della donna con la quale aveva avuto una relazione che - ha spiegato Davide Fontana - era finita dopo un viaggio a Viterbo per girare le scene del primo film a luci rosse registrato dalla ragazza. 

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