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Addio al presidente di Forza Italia ed ex premier

È morto Silvio Berlusconi, protagonista della storia italiana. I funerali di Stato in Duomo a Milano mercoledì

L’ex premier, leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset aveva 86 anni.
Lutto nel mondo della politica, è morto Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi è morto oggi, 12 giugno, all’ospedale San Raffaele di Milano. L’ex premier, leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset aveva 86 anni. Berlusconi è stato presidente del Milan più vincente della storia ed era il numero uno del Monza.

Berlusconi era ricoverato dallo scorso venerdì, dopo la degenza di 45 giorni, terminato poche settimane fa, a causa di una polmonite e di una forma di leucemia. In mattinata, il fratello Paolo e i figli erano accorsi in ospedale, dove già si trovava Marta Fascina.

L'ex premier era entrato nella struttura venerdì scorso per essere sottoposto ad «accertamenti programmati» legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da tempo.

Le date chiave delle molte vite di Berlusconi

I funerali di Silvio Berlusconi in Duomo a Milano

Si svolgeranno nel Duomo di Milano mercoledì 13 giugno i funerali di Stato dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Lo confermano dalla Curia di Milano. Il presidente del Repubblica Sergio Mattarella - secondo quanto si apprende - parteciperà ai funerali. Sarà l'arcivescovo di Milano a celebrare i funerali di Berlusconi mercoledì alle 15. Il giorno dei funerali sarà lutto nazionale.

Il feretro di Silvio Berlusconi è stato trasportato a Villa San Martino, ad Arcore.  Non ci sarà nessuna camera ardente per Silvio Berlusconi domani negli studi televisivi di Cologno Monzese. Lo rende noto l'ufficio stampa Mediaset. Questa decisione sarebbe legata a questioni di ordine pubblico. 

All'ingresso di Palazzo Chigi, in segno di lutto dopo la morte dell'ex premier Silvio Berlusconi, sono state issate a mezz'asta le bandiere a Il tricolore italiano e la bandiera dell'Unione europea, a quanto si apprende, sventoleranno a metà del pennone fino a mercoledì, quando si svolgeranno i funerali di Stato di Berlusconi. 

Addio a Berlusconi, funerali di Stato in Duomo a Milano

La biografia

Nato a Milano il 29 settembre 1936, Silvio Berlusconi entra nel mondo del calcio nel febbraio 1986 quando rileva da Farina un Milan sull'orlo del fallimento. Ricoprirà la carica di presidente fino al 13 aprile 2017, salvo alcuni periodi di 'vacanza' (2004-2006 e 2008-2011) per l'incompatibilità col ruolo di presidente del Consiglio dei Ministri.

Cederà la società al cinese Li Yonghong dopo aver condotto i rossoneri alla conquista di 29 trofei in 31 anni: 8 scudetti, una Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions, due Intercontinentali, 5 Supercoppe Europee e un Mondiale per club. Lasciato il Milan - che negli anni Novanta prova a trasformare in una società polisportiva acquistando i titoli di società lombarde di varie discipline quali baseball, rugby, hockey su ghiaccio, pallavolo, progetto poi accantonato nel '94, con l'entrata in politica -, dopo circa un anno Berlusconi è tornato nel mondo del calcio.

Con al fianco Adriano Galliani, storico amministratore delegato durante l'era milanista, nel settembre 2018 rileva il Monza in C, portandolo nel giro di quattro stagioni al suo primo campionato di serie A chiuso all'undicesimo posto.

Addio a Berlusconi, l'outsider politico che sdoganò la destra

Leader indiscusso dei moderati

E' stato per quasi trent'anni il leader indiscusso dei moderati, degli italiani ai quali proponeva ipnoticamente più benessere e meno tasse, il fondatore della politica dell'immagine, il leader di uno schieramento, quello di centrodestra, che prima di lui non c'era. Ma anche dominatore nel mondo del calcio con le coppe vinte dal suo Milan. Per tutti questi motivi Silvio Berlusconi è stato anche il demone della sinistra, il totem negativo di chi inorridiva per la commistione tra politica e aziende e non gli perdonava di governare controllando un impero mediatico che ha avuto un grande peso nella sua velocissima ascesa al governo.

La politica del cucù; ma non solo

Imprenditore di successo

Ma prima della "discesa in campo", Berlusconi è un imprenditore di successo che, partito come giovane di belle speranze e, occasionalmente cantante sulle navi da crociera, aveva costruito quartieri residenziali a Milano, lanciato le tv private che hanno rotto il monopolio della Rai, comprato una squadra di calcio.

Fino ad allora l'interesse per la politica era limitato alle ricadute che le decisioni prese in Parlamento potevano avere sulle sue aziende: l'amicizia con Bettino Craxi gli garantiva un occhio di riguardo nel Palazzo e tutto sembrava filare liscio. Fu dopo il crollo della prima Repubblica che Berlusconi si convinse che solo lui poteva essere in grado di fermare l'avanzata dei post-comunisti di Achille Occhetto che sembravano destinati alla vittoria.

Per riuscire nell'impresa salpò con il piglio di un pirata archiviando in un batter di ciglio la felpata ortodossia democristiana e sradicò dalla notte alla mattina i paletti che bloccavano la crescita di un'area di centrodestra: sdoganò infatti i post-missini di Fini e i leghisti di Bossi, quando i primi erano visti ancora come impresentabili neofascisti e i secondi come rozzi valligiani che agitavano il cappio in aula contro i politici corrotti.

Berlusconi e la rivoluzione del calcio

Dominatore del mezzo televisivo

La campagna elettorale del '94 vide il trionfo di un Berlusconi dominatore del mezzo televisivo (fece epoca la calza messa davanti alla telecamera per dare più sostanza all'immagine del viso e i rialzi nelle scarpe). La prima volta di Berlusconi al governo segnò l'apertura di una nuova epoca politica, in cui i rituali della prima Repubblica furono messi in soffitta.

La legislatura partì all'insegna dell'arroganza dei vittoriosi (quella che fa dire a Cesare Previti "non faremo prigionieri") ma si chiuse due anni dopo con un duplice schiaffo: l'arrivo di un avviso di garanzia durante il G7 di Napoli e il ribaltone nel quale era coinvolto anche l'alleato Umberto Bossi. Costretto all'opposizione, nella legislatura seguente cercò di uscire dall'angolo dicendo sì all'offerta dalemiana della bicamerale e al "patto della crostata" a casa Letta. Fu in questi anni che Berlusconi affinò le sue doti di politico arrivando a monopolizzare e influenzare la politica italiana sia quando era al governo sia negli anni dell'opposizione.

La tv che cambiò l'Italia

Il «contratto con gli italiani»

Dopo i cinque anni del centrosinistra a Palazzo Chigi ecco il quinquennio berlusconiano (2001-2006), che si apre sulla spinta del "contratto con gli italiani" siglato a Porta a Porta. Mossa irrisa dagli avversari ma che probabilmente gli procurò i voti necessari per vincere: fu un lungo periodo (record di durata nella storia della Repubblica) in cui il Cavaliere dedicò gran parte delle energie a difendersi dalle accuse che gli arrivarono dalle procure, compresa quella di essere iscritto alla Loggia P2. Sono di quegli anni le leggi ad personam che vennero approvate dalla maggioranza per risolvere i crescenti guai giudiziari del Cavaliere: legge Cirami, legge Pecorella, legge Cirielli, lodo Schifani, lodo Alfano.

Ed è in quel periodo che nasce il feroce soprannome del "Caimano" (titolo di un film di Nanni Moretti restato appiccicato a Berlusconi per molti anni). Berlusconi non fu capace di sfuggire alla radicalizzazione dello scontro e pagò nel 2006 con la perdita di una fetta del suo elettorato. Quell'anno le urne premiarono (ma solo di strettissima misura) il centrosinistra di Prodi.

Ma Berlusconi non si dette per vinto: il Cavaliere non era tipo da aspettare pazientemente il suo turno quando i numeri della maggioranza si dimostravano esigui. Tra pressing politico e manovre di Palazzo, la regia di Berlusconi portò alla fine anticipata del governo. Ma nulla poté nel 2011 quando la crisi del debito italiano portò a un nuovo addio anticipato da Palazzo Chigi: dopo i sorrisini ironici della Merkel e di Sarkozy l'arrivo di Monti con la regia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fu una sconfitta cocente per colui che si vantava di avere ottimi rapporti con tutte le cancellerie.

Per gli effetti della legge Severino l'ex premier decadde dalla carica di senatore nel 2013 per farvi ritorno 9 anni dopo. In tutti gli anni passati a guidare Forza Italia e il centrodestra Berlusconi è stato imputato in una sfilza di processi.

I 17 anni di Berlusconi a Palazzo Chigi

Le condanne

Le condanne ci sono state, l'ultima, la più grave, per frode fiscale. In un periodo in cui era già indebolito dalle polemiche e dalle inchieste sul caso Ruby e sulle cene di Arcore con le "olgettine" che avevano provocato la rottura con la moglie Veronica: i "vizi privati" del Cavaliere e il suo fiuto politico hanno accompagnato l'ultimo tratto della sua parabola, con una graduale perdita di leadership politica sempre più evidente nel periodo in cui, sul versante privato, è stato legato prima a Francesca Pascale ed ora alla deputata azzurra Marta Fascina.

Con l'avvento di una destra più sovranista Forza Italia ha iniziato a perdere pezzi e consenso politico. Il partito è ormai sotto le due cifre tenuto in piedi solo grazie alla leadership del suo fondatore. Il partito di Berlusconi ha viaggiato nel tempo con lo stesso intoccabile timoniere accompagnato da delfini mai divenuti adulti. Viaggiato negli anni, tanti, e nello spazio politico senza mai abiurare la sua collocazione europeista. Il Cavaliere non ha mollato mai fino alla fine, ha sconfitto malattie, superato operazioni al cuore e anche delusioni politiche. E c'era ancora lui a guidare la delegazione di Forza Italia al Quirinale dopo la vittoria del centrodestra che ha portato Giorgia Meloni a palazzo Chigi.

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