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Il caso

Alla Camera si entra solo con il Green pass, Cunial bocciata

Sara Cunial
Sara Cunial
Sara Cunial
Sara Cunial

A Montecitorio si entra solo con green pass. I parlamentari come ogni altro cittadino sono tenuti a non mettere a rischio con il proprio comportamento la salute degli altri. Seguendo questo principio la Camera dei deputati respinge la sospensiva della ex M5s, la bassanese Sara Cunial, no vax convinta, autorizzata nei giorni scorsi ad entrare senza certificazione dopo l’accoglienza di un suo ricorso. La risposta è anche per gli altri 7 deputati della componente di Alternativa che si erano aggiunti al ricorso Cunial. Il consiglio di giurisdizione di Montecitorio, tribunalino interno, ribadisce che nel Palazzo si entra solo se in possesso della certificazione verde e che le regole valgono per tutti.

La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di giovedì 25 novembre mentre al Senato vengono depositati 16 ricorsi contro l’obbligo di esibire la documentazione sanitaria in entrata, quattro da parte di senatori, tre ex 5s Laura Granato, Michele Giarrusso, Gianluigi Paragone e Carlo Martelli. Tutti nel gruppo Misto. Gli altri 12 sono di dipendenti di palazzo Madama. Ma anche nella Camera alta sembra che i no-pass trovino poca fortuna. Dalla commissione contenziosa, l’organo di giudizio di primo grado del Senato, non trapela infatti alcuna preoccupazione. Sono fuori tempo massimo, scandiscono fonti interne alla commissione stessa che tuttavia avrebbe convocato i parlamentari per i primi di dicembre. A quanto si apprende, almeno i ricorsi dei quattro parlamentari, depositati il 22 novembre, non sarebbero validi perché presentati fuori dai termini dettati dal regolamento che prevede 30 giorni dalla pronuncia del consiglio di presidenza. Quest’ultimo si era espresso il 19 ottobre scorso. «Ognuno ha il diritto di esprimere liberamente la propria opinione. - commenta all’Ansa il senatore questore Antonio De Poli - La Commissione Contenziosa di Palazzo Madama prenderà atto dell’istanza», quindi, sottolinea, «I Senatori sono tenuti ad esibire il green pass e dovranno rispettare le regole già previste».
Insomma il Parlamento non si lascia intimidire dalle pressanti richieste di quanti chiedono una deroga alle regole in vigore sul tema green pass.

Anche se nelle settimane scorse il collegio di Appello della Camera, presieduto dal deputato di Alternativa Andrea Colletti - tra l’altro uno dei ricorrenti contro l’obbligo di green pass - aveva accolto la richiesta di sospensiva dell’obbligo di certificazione della Cunial. Contro questa decisione è intervenuto il collegio dei Questori puntualizzando che la parlamentare potesse muoversi in modo molto ridotto negli ambienti della Camera e non potesse entrare in Aula. A ristabilire l’ordine, dopo i sette casi di deputati contagiati da Covid-19, è intervenuto ieri il Consiglio di giurisdizione che ritiene «Non vi siano ragioni d’urgenza per sospendere la decisione dei deputati Questori, del 12 ottobre scorso, di chiedere il Greenpass a tutti i deputati, oltre che ai dipendenti e a tutti coloro che accedono ai palazzi della Camera». Vaccinazione contro il Covid-19 e tampone, secondo il tribunalino interno, sono strumenti che, «pur non potendo scientificamente garantire la certezza in assoluto della loro efficacia ed attendibilità, offrono al riguardo un significativo tasso di probabilità statistica, ed in ogni caso costituiscono
attualmente le uniche misure concrete che le Istituzioni possono porre in essere nel doveroso perseguimento della tutela della salute individuale e collettiva, garantita dall’articolo 32 della Costituzione». 

Simonetta Dezi

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