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L'allarme della Federazione dei medici

«Non ce la facciamo più. Serve subito una svolta»

di Camilla Ferro
Un tecnico in un laboratorio di analisi dei tamponi
Un tecnico in un laboratorio di analisi dei tamponi
Un tecnico in un laboratorio di analisi dei tamponi
Un tecnico in un laboratorio di analisi dei tamponi

Non ce la fanno più e chiedono di non essere lasciati soli nelle decisioni da prendere. «Non vorrei trovarmi a dover scegliere sulla vita dei miei pazienti», confessa un anestesista veronese, «dobbiamo essere messi nelle condizioni di lavorare serenamente intervenendo a “monte“ sul contagio: bisogna evitare che gli ospedali, ultimo avamposto della pandemia, siano in perenne stato di emergenza perché dopo tutti questi mesi la battaglia s’è fatta insostenibile. Siamo esausti e spaventati. La politica deve intervenire con incisività se vuole salvare il sistema sanitario veneto. In fretta, perchè ogni giorno è una pena...».

 

A lanciare lo stesso accorato appello, in una lettera inviata a Zaia, è il presidente della Fromceo del Veneto (Federazione regionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) Francesco Noce. «La grave situazione che si sta manifestando in modo drammatico in Veneto, è tale da richiedere interventi molto più restrittivi di quelli attuali. Il numero dei morti, degli ammalati e l’aumento dei contagi stanno mettendo in crisi la nostra sanità e rendono difficile l’attività di tutti gli operatori».

 

Poi, il redde rationem: «Si stanno ammalando molti medici ed infermieri», dice la Fromceo, «per cui auspichiamo una revisione dei livelli di protezione e dei ritmi di lavoro, oltre ad un riconoscimento istituzionale del rischio biologico a cui sono sottoposti i sanitari, oltre a quello dovuto agli specializzandi per l’enorme contributo e ai giovani colleghi impegnati sul territorio nelle Usca».

 

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E’ lo stesso grido d’allarme quello che si alza da ogni angolo del mondo sanitario e da chi, a livello sindacale, lo rappresenta. «Se qualcuno pensa ancora che sia uno scherzo, allora è meglio che si ricreda, perché l'intensità delle segnalazioni che ci arrivano sul livello di saturazione negli ospedali ha raggiunto livelli mai visti prima», dichiara il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica Giovanni Zanini che in questi giorni sta lavorando gomito a gomito con Marco Nundini, segretario veronese alla Sanità e con i delegati sul territorio. 

 

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