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l'unico che ha risposto al giudice

Violenze in questura, liberato uno dei poliziotti. Ma sospeso per un anno

di Fabiana Marcolini
Il gip Livia Magri revoca gli arresti domiciliari
Poliziotti Roberto Da Rold, il gip ha revocato gli arresti domiciliari (Marchiori)
Poliziotti Roberto Da Rold, il gip ha revocato gli arresti domiciliari (Marchiori)
Poliziotti Roberto Da Rold, il gip ha revocato gli arresti domiciliari (Marchiori)
Poliziotti Roberto Da Rold, il gip ha revocato gli arresti domiciliari (Marchiori)

Libero, ma sospeso dal servizio per un anno. Ieri, 17 giugno, nel primo pomeriggio il gip Livia Magri ha revocato la misura degli arresti domiciliari per Roberto Da Rold, uno dei cinque poliziotti arrestati nell’ambito dell’indagine sui comportamenti umilianti, violenti e degradanti che alcuni agenti della Questura hanno adottato nei confronti soprattutto degli «ultimi», senza tetto piuttosto che stranieri irregolari, portati in lungadige Galtarossa per l’individuazione e poi picchiati o mortificati prima di essere rilasciati senza alcun addebito.

Libero «nonostante il quadro indiziario invariato» perché il gip ha «apprezzato positivamente la circostanza che, a differenza degli altri quattro indagati, si sia sottoposto all’interrogatorio», al termine del quale i suoi legali, Massimo Dal Ben e Marilena Vicentini, avevano chiesto l’attenuazione o la revoca della misura cautelare.

I sostituti procuratori Carlo Boranga e Chiara Bisso hanno dato parere favorevole all’obbligo di firma tre volte alla settimana ma la dottoressa Magri ha ritenuto «adeguata e sufficiente la misura interdittiva della sospensione dal servizio, misura comunque indispensabile al fine di evitare che l’indagato possa commettere altre condotte violente nei confronti dei fermati, sostenere con la propria compartecipazione morale le eventuali condotte violente di altri colleghi e reiterare il falso in atto pubblico».

E quest’ultimo passaggio si riferisce alla omessa verbalizzazione del danneggiamento del citofono: il rischio era che venissero visionate le immagini all’esterno della Questura. Quelle che avevano ripreso il pugno che ha dato ad Amiri T. perché gli aveva sputato addosso, circostanza che, come ribadisce il giudice, Da Rold non ha potuto negare ma ha giustificato come reazione, sbagliata, a quel gesto «offensivo e pregiudizievole per la sua salute».

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Nell’ordinanza di sostituzione della misura viene dato atto che Da Rold ha ammesso le proprie responsabilità «esclusivamente rispetto ai fatti dimostrati in maniera incontrovertibile e incontestabile».

Ha ritenuto inverosimile la «dimenticanza» della verbalizzazione dell’utilizzo dello spray nei confronti di Amiri T. «che ha lamentato dolore nelle ore successive», omissione che per la dottoressa Magri «è stata il frutto di una scelta ben precisa perché Amiri non aveva commesso nessuna resistenza», era ubriaco e molesto anche se il magistrato nell’ordinanza dà atto che tale insofferenza in buona parte fosse «giustificata» dal trattamento che gli era stato riservato.

Il gip riconosce «comportamenti positivi di Da Rold nella ”gestione” di Amiri in particolare il fatto che ad un certo punto sia lui a dire ai colleghi di portarlo in bagno e cerca di disincentivare il collega Failla Rifici dall’accedere nella stanza dei fermati». Liberato.

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