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Veneto

Rubavano bottiglie di vino dall'azienda dove lavoravano e le rivendevano online

Otto indagati dai carabinieri, che hanno sequestrato centinaia di bottiglie. Tutto è partito da un annuncio su e-bay
I carabinieri con le bottiglie rubate, sequestrate nelle abitazioni degli indagati
I carabinieri con le bottiglie rubate, sequestrate nelle abitazioni degli indagati
Vini rubati sequestrati dai carabinieri

La segnalazione era arrivata dal titolare di un'azienda vitivinicola della Val d'Illasi (Verona), che aveva visto degli annunci su e-bay per la vendita di vini prodotti o imbottigliati dalla sua azienda, nonostante fossero destinati esclusivamente al mercato estero.

Così ha preso il via l'indagine dei carabinieri di Illasi, che hanno passato al setaccio tutte le fasi della filiera, accertando così il canale e le modalità di approvvigionamento. Con la complicità di due magazzinieri, poi licenziati, e di alcuni trasportatori locali, una piccola parte di bottiglie di vino veniva rubata dagli indagati durante le fasi di movimentazione e temporaneo stoccaggio presso gli hub delle diverse ditte di logistica del veronese e, invece di essere spedita al destinatario, veniva dirottata, in un secondo momento, alle loro abitazioni. E poi le vendevano sulla piattaforma di e-commerce o al dettaglio. Per non destare sospetto, sottraevano ogni volta solo piccole quantità di bottiglie.

Le indagini hanno evidenziato che l’illecita attività, proseguita in modo sistematico nel corso del 2023, ha permesso agli indagati di asportare migliaia di bottiglie, procurando un ingente danno all’azienda vitivinicola e, di contro, un rilevante quanto illecito profitto, per migliaia di euro, agli indagati.

Martedì 9 aprile, i carabinieri di San Bonifacio, con quelli di Verona, Legnago, Caprino Veronese, Villafranca di Verona e Peschiera del Garda, hanno perquisito le abitazioni degli otto indagati, tutti di origine rumena e residenti nella provincia di Verona, rinvenendo e sequestrando centinaia di bottiglie asportate lo scorso anno all’azienda vitivinicola ed ancora accantonate nelle loro case, pronte per essere illegalmente commercializzate.

I militari hanno trovato anche prodotti di ogni tipologia, tutti dalla dubbia provenienza, destinati anche questi ad essere venduti sui vari siti di e-commerce e di cui gli interessati non erano in grado di fornire alcuna valida giustificazione circa il loro possesso.

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