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L'evento

«Tra un anno si rieleggono tutte le Province d’Italia»

In Teatro comunale a Vicenza l’appuntamento di “Think!” con i protagonisti delle riforme in arrivo
I relatori: Francesco Rucco, Luca Zaia, Roberto Calderoli e Andrea Giovanardi protagonisti ieri dell’incontro sull’autonomia organizzato dal centrodestra
I relatori: Francesco Rucco, Luca Zaia, Roberto Calderoli e Andrea Giovanardi protagonisti ieri dell’incontro sull’autonomia organizzato dal centrodestra
I relatori: Francesco Rucco, Luca Zaia, Roberto Calderoli e Andrea Giovanardi protagonisti ieri dell’incontro sull’autonomia organizzato dal centrodestra
I relatori: Francesco Rucco, Luca Zaia, Roberto Calderoli e Andrea Giovanardi protagonisti ieri dell’incontro sull’autonomia organizzato dal centrodestra

L’autonomia non si fa senza aver stabilito i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) da garantire a tutta l’Italia. Ma il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli giunto a Vicenza assicura che niente si è fermato: «Avremo i primi risultati concreti a fine anno». Attenzione però. Non c’è solo questo: Calderoli e la maggioranza di governo hanno già spinto con forza anche per il ritorno all’elezione diretta delle Province. E ai giornalisti che lo pressano prima del suo ingresso all’evento sull’autonomia di ieri sera al Teatro comunale di Vicenza dà risposte precise: tra un anno si andrà al voto per l’elezione diretta anche delle Province.

Province: si vota

«Stiamo già viaggiando anche su questo piano. Adesso - spiega Calderoli - la riforma è in Comitato ristretto al Senato, ma già la settimana prossima si potrà chiudere: c’è un testo che credo sia largamente condiviso e l’obiettivo è giungere ad approvare definitivamente la legge entro l’autunno di quest’anno. Questo significa che si potrà fare un’unica tornata di rinnovo di tutti i presidenti delle Province e dei Consigli provinciali nel maggio del 2024, in contemporanea con le elezioni per il Parlamento europeo. Vi ho risposto?», sorride. È un caterpillar Calderoli, che abbraccia e saluta vari militanti storici prima di iniziare l’evento sull’autonomia organizzato da “Think! Il pensiero diventa città, il cantiere delle idee vicentino” creato dal gruppo che sostiene la rielezione del sindaco Francesco Rucco candidato del centrodestra. Sull’autonomia, il ministro darà vita a oltre un’ora di dibattito con il governatore veneto Luca Zaia, il tributarista Andrea Giovanardi che è appena entrato nel gruppo dei saggi voluto dallo stesso ministro e lo stesso Rucco, rispondendo alle domande della giornalista Veronica Gentili conduttrice del format tv “Controcorrente”.

Autonomia differenziata delle Regioni

E ai giornalisti dà un quadro sintetico dell’iter di questa riforma storica, l’autonomia differenziata delle Regioni (o “asimmetrica” come si tende a chiamarla ora per cercare di smussare gli spigoli anche nell’uso dei termini), a cui si è dedicato anima e corpo dalla sua nomina. È riuscito a far approvare il disegno di legge quadro per attuare la riforma dal governo Meloni: non era scontato, e la ministra forzista per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati ha appena sottolineato alla Camera che c’è anche il suo contributo se il testo è fortemente garantista per tutte le Regioni ed è quindi passato. Adesso però c’è da farlo votare in Parlamento e Calderoli spiega al folto pubblico che riempie la sala (qualche decina di persone non riesce nemmeno a entrare, all’inizio) che sa benissimo di avere di fronte una «difficoltà tremenda». Però si va avanti: «Il testo del disegno di legge è al Senato: essendo un collegato alla Legge finanziaria deve passare prima di tutto per la commissione Bilancio, che ritengo darà il suo parere la settimana prossima, dopo di che verrà assegnato alla prima commissione Affari costituzionali per iniziare il suo iter. Martedì abbiamo insediato formalmente la Cabina di regia che però sta lavorando già dal 9 febbraio e andrà a definire i Livelli essenziali delle prestazioni, costi e fabbisogni standard per ogni materia. I 61 saggi attendono ancora la registrazione della Corte dei conti rispetto al decreto che li nomina, ma stiamo raccogliendo tutto il materiale su cui devono lavorare. Da fine aprile potranno iniziare ufficialmente».

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«Tempi rispettati»

I saggi, sottolinea Calderoli, dovranno riferire quali sono le materie per le quali devono essere stabiliti i Lep, perché invece «quelle che non hanno necessità di attendere i Lep potranno essere già trasferite dal primo giorno successivo all’approvazione della legge quadro». Sono passati giusti 2 mila giorni dal referendum veneto e lombardo sull’autonomia, e il ministro sottolinea con forza il cambio di marcia che c’è stato con l’avvento del governo Meloni e con la sua nomina agli Affari regionali: «Ho prospettato un cronoprogamma preciso e lo stiamo rispettando. Ritengo che per la fine dell’anno potremo avere l’approvazione della legge di attuazione ma anche una buona parte dei livelli essenziali dei servizi per quelle materie per cui sarà necessario approvarli. Quindi penso che a inizio 2024 si potrà fare sul serio con le intese tra Stato e Regioni e il trasferimento delle funzioni che saranno concordate». Chi lo ascolta capisce benissimo qual è il doppio binario su cui Calderoli deve spingere attraverso i meandri di Roma: da una parte far approvare la legge che dà il via alle intese Stato-Regioni, dall’altra far definire e approvare dalla premier Giorgia Meloni i decreti sui Lep, cioè quei diritti sociali e civili per tutti gli italiani che lo Stato e ogni Regione autonoma dovranno garantire con risorse precise: «Sono due strade indipendenti. Ma entrambe hanno davanti un anno di lavoro. Può darsi che qualche decreto che definisce alcuni Lep ci sia anche prima che venga varata la legge, ma senza la legge non si potrà siglare nessuna intesa sull’autonomia. Quindi i due iter sono “sposati”».

Il tour dei governatori al Sud

Calderoli arriva in Veneto subito dopo che il Consiglio federale della Lega, per fronteggiare i malumori che circolano nel Meridione sull’autonomia, ha stabilito di puntare su una missione dei governatori che possano presentare ovunque i vantaggi di questa riforma. «Se ci dovesse essere la necessità di fare un tour al Sud - rimarca il presidente Zaia - per parlare dell’autonomia è giusto che si faccia, e mi sembra scontato che ci sarò anch’io. L’autonomia unisce e non divide, quindi ben venga anche questo tour. Ma sia chiaro che non è che il Sud è contro l’autonomia: solo poche Regioni non hanno votato a favore della riforma, tutte le altre anche del Sud hanno già detto sì». «Io sono già partito - sottolinea Calderoli - perché mi sono fatto la Campania e la Sicilia e il 28 sarò anche in Calabria. Ma se ci riesco, sarò in tutte le regioni italiane a far capire i vantaggi di questa riforma».

 

Piero Erle

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