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Quei sei elicotteri dell'esercito Usa i primi sul Vajont

L'ANNIVERSARIO. Gli aeromobili salvarono oltre quattromila persone
I mezzi aerei della 11a Compagnia Aviazione Setaf risposero al disperato appello delle autorità italiane Molti soldati e aviatori erano di stanza a Vicenza
Un elicottero degli americani della Setaf porta i primi aiuti dopo la tragedia del Vajont
Un elicottero degli americani della Setaf porta i primi aiuti dopo la tragedia del Vajont
Un elicottero degli americani della Setaf porta i primi aiuti dopo la tragedia del Vajont
Un elicottero degli americani della Setaf porta i primi aiuti dopo la tragedia del Vajont

«Questa mattina la Setaf ha risposto a una richiesta di aiuto dalle autorità militari e civili italiane nell'area di Belluno, dove un'ondata di marea, causata dalla caduta del fianco di una montagna nel lago artificiale dietro alla diga del Vajont, ha sepolto due villaggi e allagato il paese di Longarone». Questa l'asciutta didascalia vergata sul retro della foto scattata il 10 ottobre del 1963 dal sergente di prima classe Edmund J. Walsh, pubblicata assieme a molte altre dall'ottimo sito Vajont.info. Immagini di straordinaria testimonianza che raccontano, all'interno di una spaventosa catastrofe (come titolava il nostro giornale in quei giorni), una delle pagine più degne di rispetto nella storia della Southern European Task Force, oggi United States Army Africa (Usaraf). Nelle ore successive alla tragedia Vicenza fu in prima linea nei soccorsi, con i vigili del fuoco, il reparto mobile della polizia, gli alpini di Bassano, enti e privati, semplici cittadini. Ma nella gara di solidarietà si distinsero anche i militari della forza tattica dell'esercito statunitense per il Sud Europa, gli unici, all'epoca, ad avere in dotazione elicotteri pesanti, in grado di trasportare persone, materiali e generi di prima necessità. Furono 4350 gli uomini e le donne portati in salvo dagli aeromobili americani nelle valli del Piave e del Vajont; 180 le tonnellate di viveri, vestiario e medicinali distribuite alle popolazioni colpite dalla tragedia. A Belluno non c'erano aeroporti e il campo per elicotteri della Setaf era l'unico per fare arrivare i soccorsi in tempi rapidi. Nel 2011 (con un po' di ritardo: a 48 anni dai fatti!) il consiglio comunale di Longarone ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria alle forze armate d'oltreoceano. poiché la Setaf - si legge nell'atto municipale - “spontaneamente offrendosi rispondeva fin dalle primissime ore al grido di dolore che veniva dai paesi annientati, della Valle del Piave e del Vajont e in sincronismo con le forze militari italiane, mise a disposizione, uomini mezzi e tecnologie di soccorso, fornendo prezioso, insostituibile aiuto alle comunità così duramente colpite. La loro rassicurante presenza, capacità ed operatività impedì che l'orrore spegnesse nei superstiti, la fiducia e la speranza di una rinascita". Il contingente Usa era arrivato in città nel 1955. Successivamente il Comando fu trasferito temporaneamente a Verona. Dopo la richiesta di aiuto, i sei elicotteri della 110ma Compagnia d'Aviazione si levarono dall'aeroporto veronese di Boscomantico; buona parte dei piloti e del personale dell'Army Medical Corps era però di stanza a a Vicenza, tra la Ederle e il Villaggio della Pace, appena costruito. Alla cerimonia per l'anniversario dei 50 anni dopo il disastro era presente, in rappresentanza dell'esercito americano, il generale Patrick J. Donahue II, comandante di Us Army Africa. «Sono stato onorato - ha dichiarato l'ufficiale - di trascorrere una giornata assieme agli abitanti di Longarone, con i quali cinquant'anni fa abbiamo instaurato un patto permanente. Mentre presenziavo alla cerimonia, mentre visitavo la diga e parlavo con le persone, ho condiviso non solo la tristezza per la tragedia, ma anche l'orgoglio per il ruolo dell'esercito statunitense nell'aiuto dato alla popolazione di Longarone in quel periodo oscuro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Mutterle

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