I due titolari di un negozio di parrucchiere a Padova si sono incatenati stamane in segno di protesta contro le misure anti-contagio che - anche nell’ultimo Dpcm - impediscono la riapertura di queste attività commerciali. I titolari del salone Dolce Vita, in corso Milano, si sono legati ai polsi e al corpo una catenella di quelle usate per le delimitazioni nelle file, ed hanno spiegato in una conferenza stampa improvvisata i motivi della protesta. «Non possiamo rimanere chiusi ancora - hanno detto Agostino Da Villi e Stefano Torresin - siamo pronti per aprire, rispetteremo le norme, ma non possiamo rimanere fermi».
Il salone, hanno spiegato i due titolari, è già stato attrezzato con divisori in plexiglass, e sono state predisposte le altre misure per il rispetto del distanziamento e l’impiego dei dispositivi di sicurezza. «Ogni mese abbiamo una spesa fissa di 20mila euro - ha detto Torresin - siamo due soci e abbiamo tre dipendenti, con le banche non c’è dialogo e non possiamo certo permetterci di fare altri debiti, i soldi dallo Stato non sono ancora arrivati, fino a ieri sera speravamo in una ripartenza a maggio, per la quale siamo già attrezzati, attendere fino a giugno è insostenibile, chiediamo alla Regione che volga lo sguardo a noi. Siamo disposti a fare turni, ma ora dobbiamo aprire».