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Il personaggio

Lorenzo, il cacciatore di aurore boreali. «Guido i turisti nei boschi finlandesi»

di Manuela Trevisani
Mirandola ha 30 anni ed è di Bovolone, nel Veronese. Oggi ha fatto della sua passione un lavoro molto speciale
Lorenzo Mirandola con la compagna Luisa sotto un cielo illuminato dall'aurora boreale in Lapponia
Lorenzo Mirandola con la compagna Luisa sotto un cielo illuminato dall'aurora boreale in Lapponia
Lorenzo, il cacciatore di aurore boreali

Lorenzo Mirandola, trent’anni, di Bovolone. Professione: cacciatore di aurore boreali. O meglio, più che una professione, una passione che si porta dentro da quando era sui banchi di scuola. In quinta elementare la sua tesina era sui paesaggi del Nord e sull’aurora boreale. Oggi ne ha fatto un lavoro, la sua vita.


Lorenzo, ne è passato di tempo da quella tesina...

Sì, ma la passione è sempre rimasta la stessa. Fin da piccolo, ho sempre sognato di andare in Lapponia. Quando ho visto una foto dell’aurora boreale, ho deciso che prima o poi sarei andato a vederla.

 

E non è stato un innamoramento fatuo...

No. Nel 2016 ho avuto l’opportunità di fare l’Erasmus a Oulu. Dovevo restare lì tre mesi, che sono diventati sei, poi ho deciso di farci la tesi e sono rimasto un anno.

 

Non è stato un caso che sia finito lì, giusto?

Ho scelto la città più a nord tra quelle disponibili, dove c’erano più possibilità di vedere l’aurora boreale. Ogni sera, quando il cielo era sereno, uscivo a cercarla. Ero là in cinque minuti di bici, ma con 30-40 gradi sotto zero.

 

Il percorso è proseguito, sempre in bici a temperature glaciali... 

Nel 2018 mi sono laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il territorio a Padova, ma subito sono tornato in Finlandia per un programma di studi artici con l’Università di Rovaniemi. In quegli anni ho iniziato a lavorare per un’azienda di motoslitte: ogni giorno facevo 11 chilometri in bicicletta per arrivarci, a 30 gradi sottozero.

 

Se non è passione questa...

Dal 2018 ho lavorato per un paio di anni per una compagnia come guida sugli aerei, sempre a caccia di aurore boreali, sopra le nuvole.

 

Consiglia i voli in aereo?

Le percentuali di successo, cioè di vedere l’aurora, non sono molto alte, perché un volo dura 45 minuti e bisogna avere la fortuna di intercettarla proprio in quel frangente. Però quando succede, sembra proprio di essere in mezzo all’aurora boreale: è stupendo.

 

Poi c’è stato il Covid. Un periodo proficuo?

Sì. Ho usato quel tempo per capire come funziona davvero l’aurora boreale e per imparare a fotografarla.

 

E come funziona? Si può prevedere?

Oggi ho una buona capacità di lettura dell’aurora boreale. Ho studiato il fenomeno e l’ho sperimentato sul campo, andando a cercarla e vederla. Bisogna analizzare i dati del campo magnetico, la densità delle particelle, la velocità con cui il vento solare arriva, l’intensità del campo magnetico e soprattutto la sua polarità. 


E tutto ciò rivela come sarà l’aurora?

Sì. Da quando vivo in Finlandia avrò visto un migliaio di aurore boreali, 200 solo nell’ultima stagione, da fine agosto 2022 a metà aprile scorso.

 

Cos’è che la affascina così tanto dell’aurora boreale?

Ogni sera è uno spettacolo diverso: a volte dura 10 minuti, a volte una notte intera. Quando esci, non sai mai cosa aspettarti ed è un’avventura adrenalinica. Non si sta fermi ad aspettarla: si va a caccia. Attraverso gli studi e i grafici, si sa più o meno quando sta arrivando e per quel momento bisogna arrivare dove finiscono le nuvole. Quindi si viaggia: mi è capitato di fare anche mille chilometri in una notte per vederla, sono arrivato fino in Svezia o anche in Norvegia.

 

Uno spettacolo più per gli occhi o per l’anima?

Il cielo si riempie di colori e di sfumature. Ci si ritrova nel mezzo del nulla, a diretto contatto con la natura e ci sono dei paesaggi mozzafiato. Alcune persone piangono, altre gridano: è bello vedere le diverse reazioni della gente. 


C’è un periodo migliore?

Due: in autunno, dagli ultimi giorni di agosto a fine ottobre, e poi da febbraio a inizio aprile, cioè intorno agli equinozi. Le agenzie vendono spesso il periodo di Natale, ma in quei giorni è difficile vederla, perché spesso il cielo è nuvoloso. 


È questo uno dei motivi per cui nel 2021 si è messo in proprio, giusto?

Le compagnie che organizzano questi viaggi pensano soprattutto al tornaconto economico e non all’interesse dei clienti, che vengono da mezzo mondo per vedere l’aurora boreale. A volte impongono alle guide di percorrere al massimo un tot di chilometri e così per poco quei turisti si perdono lo spettacolo. Per me è inaccettabile.


Così ha fondato Arctic Road Trips, con la sua ragazza, Luisa?

Sì. Noi facciamo il tour solo se siamo pressoché sicuri di vedere l’aurora. La voce si è sparsa velocemente e in questi tre anni abbiamo visto i risultati. Siamo soddisfatti.

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