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San Martino di Lupari

Genitori massacrati dall'ex vigilessa di Cassola. Dopo due mesi è morto anche il padre

Si è spento Giorgio Miatello, unico sopravvissuto al massacro di San Martino di Lupari. Si aggrava la posizione della figlia Diletta che verrà indagata per duplice omicidio.
Il luogo del massacro, a San Martino di Lupari
Il luogo del massacro, a San Martino di Lupari
Il luogo del massacro, a San Martino di Lupari
Il luogo del massacro, a San Martino di Lupari

È morto Giorgio Miatello, unico sopravvissuto al massacro di San Martino di Lupari (Padova) avvenuto la notte fra il 26 e il 27 dicembre scorso nell’abitazione di via Galilei 17. E unico testimone oculare – secondo la procura – della furia omicida della figlia Diletta che, uccisa la mamma Maria Angela Sarto, 84 anni, aveva tentato di assassinare anche il papà. Non ci sarebbe riuscita. Dopo un lungo ricovero in terapia intensiva, l’89enne era stato dimesso il 31 gennaio: vivo per miracolo ma ancora con forti problemi di salute. Tanto da essere trasferito in una struttura privata di riabilitazione a Camposampiero.

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Duplice omicidio

Con la morte dell’anziano, da una parte viene a mancare il testimone-chiave dell’aggressione, dall’altra si aggrava la posizione di Diletta Miatello, la 51enne ex vigilessa di Cassola detenuta nel carcere di Verona, che ora sarà indagata per duplice omicidio aggravato dal rapporto di parentela.

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Diletta Miatello, 51 anni
Diletta Miatello, 51 anni

L'aggressione

Nata a Schio il 30 giugno 1971, Diletta Miatello prima di trasferirsi nella porzione di bifamiliare proprio accanto ai genitori, in via Galileo Galilei a San Martino di Lupari, ha vissuto per una decina d’anni nel Bassanese, in un appartamento nella zona del centro storico, insieme all’ex marito. Quella sera a cavallo tra il 26 e il 27 dicembre, secondo la ricostruzione, la donna sarebbe entrata nella casa dei genitori e dopo essere salita al primo piano avrebbe colpito alla testa la mamma Maria Angela Sarto. Poi, scesa al pianto terra, si sarebbe scagliata contro il padre Giorgio. All'indomani, dopo aver allontanato con una scusa la collaboratrice domestica, era salita in auto e aveva raggiunto un hotel a Romano d'Ezzelino. È qui che i carabinieri l'hanno arrestata, dopo l'allarme fatto scattare dalla sorella Chiara che, entrata nell'abitazione dei genitori, ha scoperto il massacro.

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