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Il caso di Giulia Cecchettin

Federica Pellegrini: «Cercherò di proteggere la mia bimba. Nelle scuole serve educazione sessuale e sentimentale»

di Anna Perlini
Federica Pellegrini parla del suo futuro da mamma dopo il caso di Giulia Cecchettin
Federica Pellegrini
Federica Pellegrini
Federica Pellegrini
Federica Pellegrini

Fra un mese Federica Pellegrini diventerà mamma, e anche lei come molti e in un post su Instagram ha pubblicato un’immagine di lei con il pancione, riflettendo con la piccola che porta in grembo e che nascerà a breve: «Mai come oggi, spero di riuscire a proteggerti, a renderti forte, a insegnarti a saper scegliere. Ma soprattutto ti costringerò a sentirti libera ad ogni passo».


Federica Pellegrini e il caso di Giulia Cecchettin

Nessuna paura della responsabilità di essere genitore, come donna e atleta ha saputo sempre tenere testa a tutti. «Le responsabilità le sento nel cercare di crescere ed educare un essere umano che sia il più corretto possibile nella sua vita, con un’accortezza in più per la bambina in un mondo che sta diventando abbastanza complesso».
Difficile non farsi coinvolgere da una vicenda così.

«Avevamo una minima speranza che stavolta fosse diverso, una "fuitina" fra fidanzati, e invece è stato femminicidio. Viviamo in mondo dove gli uomini hanno dettato leggi, regole, modi di pensare fino a pochissimi anni fa, tutti dobbiamo lottare con un retaggio culturale che ha visto crescere generazioni e generazioni di persone un cui si riteneva che l’uomo contasse più di una donna».


Un’occasione di dibattito

Proprio dal corretto confronto fra uomo e donna nasce il rispetto. «Io e Matteo (Giunta, il marito, ndr), ne abbiamo parlato e ci siamo confrontati anche con i nostri genitori. Secondo noi non è solo una questione di educazione in famiglia, ma di un’influenza che arriva da fuori, dal mondo mediatico e social nei quali gli esempi non sempre sono positivi e hanno un grande impatto sulle generazioni di oggi. Abbiamo pensato molto più profondamente a cosa possa portare un ragazzo, a detta anche del padre di Giulia con una buona famiglia alle spalle, a compiere un gesto del genere. Credo sia sbagliato che nelle scuole manchi una materia come l’educazione sessuale, e una figura professionale a livello psicologico all’interno di ogni classe che riesca a captare un disagi». Nel nuoto la Pellegrini è stata capace di portare su di sé l’attenzione che fino a prima dell’argento di Atene 2004 era stata tutta per i ragazzi.

 

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Il confronto con i maschi

«Sono entrata nella Nazionale maggiore a 14 anni quando i risultati li portavano a casa i maschi, e percepivo questa loro grandissima presenza e potenza, ma non mi ha mai causato un senso di disagio». Con lei è cresciuta la nazionale femminile, poi sono nate le staffette miste in cui atleti e atlete formano una sola squadra e la responsabilità dei successi o delle sconfitte è di tutti. «Noi donne ci sentiamo complici nella vita di tutti i giorni, e nel dirci stanche di sentire la solita battutina sessista».

Il futuro e le prospettive

Fra qualche giorno si metterà a riposo, basta impegni lavorativi, attendendo la nascita della bambina coglierà l’occasione per vedere il film di Paola Cortellesi C’è ancora un domani. «Nelle scuole italiane c’è bisogno di educazione sessuale, sentimentale e di un esperto nelle classi: non si possono più chiudere gli occhi rispetto a quello che sta succedendo nel nostro Paese».

È cresciuta con lo sport, la moda è un’altra delle sue passioni: «Lo sport di per sé è una grandissima scuola di vita, e al 90 per cento delle volte ce la fa a far crescere esseri umani migliori; la moda è un passo avanti a tutti e ha già saputo colmare le distanze fra i due generi».

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