<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il punto stampa

Zaia: «Attivata l'unità di crisi per l'Ucraina: potrebbero arrivare 50mila profughi. I veneti hanno già donato oltre 143mila euro»

Zaia, punto stampa 7 marzo

Luca Zaia torna a parlare in diretta per dare tutti gli aggiornamenti sulla situazione Covid in Veneto e sulla guerra in Ucraina. 

SITUAZIONE COVID  «La remissione del virus non ci sarà, ma spero che arriveremo a un plateau fisiologico di pazienti». «Tutte le curve delle province, tranne una piccola impennata a Belluno - ha aggiunto Zaia - sono stabilizzate. È una fase di stabilità, balleremo intorno a questi numeri per un po' di giorni. Spero che ci siano sempre meno di mille ricoveri». Sulla campagna vaccinale, Zaia ha notato che «Novavax va avanti pianino. Pensavo che, viste le istanze e le richieste, avesse maggiore adesione, in realtà non rappresenta questa novità, le 40 mila dosi che abbiamo - ha concluso - ci dureranno per un bel po'».

UCRAINA «È fondamentale che il mondo ritrovi la pace. «Abbiamo già un migliaio di profughi entrati e presenti in Veneto, un dato che desumiamo grazie al dato dei tamponi». Lo ha reso noto il presidente regionale Luca Zaia. «La Protezione civile - ha aggiunto - preannuncia un flusso da 700 mila a un milione di profughi, verosimilmente verso tutte le regioni. Noi potremmo averne 50 mila. Siamo molto preoccupati e ringrazio i cittadini, sul conto corrente regionale è arrivato un migliaio di offerte per 143.860 euro. C’è chi ha offerto la casa, abbiamo alberghi disponibili che chiedono solo un rimborso dei costi vivi. C’è anche la disponibilità in chi vive nelle case popolari». «Nel caso di malati gravi o di disabili siamo pronti a fare la nostra parte e ad andare a prenderli al confine». 

HUB  «Stiamo ragionando su un hub, un piazzale con una struttura al coperto dove chi arriva trova tamponi, prime informazioni, un prestito d’onore. Se arriveranno flussi da 30-50 mila persone è impensabile che ogni piazza faccia da accoglienza». Con un’ordinanza commissariale, stamani Zaia ha nominato nominato come vicecommissario Nicola Dell’Acqua, come coordinatore dei tavolo dei soggetti attuatori: la responsabile sanità Francesca Russo, Loris Tomiato (Arpav) e Luca Soppelsa per la Protezione civile. «Sono stati tolti - ha precisato Zaia - i dubbi ed è stata regolamentata la fase d’ingresso dei profughi su una serie di procedure sanitarie: in Veneto c’è la verifica dello stato di salute, con il tampone. Garantiamo la possibilità di vaccinarsi, poi la possibilità spostarsi con deroga al Super Green pass per 5 giorni, per poter raggiungere parenti o alloggio, previo tampone», ha concluso.

LO SCENARIO  «Questa guerra ci fa capire che se resta in piedi a lungo coinvolge tutto il mondo, se si risolve velocemente ne veniamo fuori. Nessuno vuole mettere una terza guerra mondiale in inventario».  «Penso che sia fondamentale - ha aggiunto - che il mondo ritrovi la pace, e spero vivamente che i grandi del mondo prendano in mano la partita, parlino con le parti e trovino un accordo. I principi da difendere sono tanti, soprattutto per gli Ucraini, ma dobbiamo trovare la pace nel mondo».

L'ECONOMIA.  «Penso che questa guerra stia aprendo uno scenario assolutamente nuovo, si combatte non solo con le armi convenzionali ma con una serie di elementi economici». «Abbiamo capito - ha aggiunto - che rispetto alle forniture di energia abbiamo difficoltà, ma abbiamo capito anche che questi Paesi non possono vivere senza di noi. L’Europa è il più ricco mercato del mondo. C’è da capire se anche questa pressione economia possa fare rivedere le posizioni della Russia, anche perché peseranno sulla Russia ma anche sulle nostre imprese».

ALLARME NUCLEARE.  «Il nostro piano per di un’eventuale esplosione nucleare parla di pericolo in caso di distanza di 200 chilometri da una centrale. Per il Veneto interessa solo le province di Belluno, Treviso e Venezia. I nostri clinici dicono che non è un problema che ci tocca da vicino». «Le centraline dell’Arpav monitorano la radioattività, ma da sempre». «Bisogna evitare la corsa alle pasticche di iodio. La profilassi ha il principio della spugna: se la tiroide è piena di iodio, quello radioattivo non trova posto. Ma stiamo parlando di un effetto che si coglie sotto i 40 anni, con un’assunzione che va fatta entro due ore da un’eventuale emissione nucleare, e a meno di 200 chilometri. Per il Veneto la prima centrale nucleare è in Slovenia (a Krsko, ndr), e quindi il piano interessa le province che confinano con il Friuli Venezia Giulia. Il tema vero - ha concluso - è che in un momento come questo l’Italia ne potrebbe approfittare e fare in modo che lo iodio non sia un farmaco ma un integratore».

Leggi anche
Ecco il modulo per offrire casa, cibo o lavoro ai rifugiati ucraini

 

Suggerimenti