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Mondo

Everest, l'assalto dei 400 dopo l'emergenza Covid. In un giorno morti due scalatori

Due alpinisti, uno svizzero e uno statunitense, sono morti ieri sul monte Everest. Lo hanno annunciato oggi gli organizzatori della spedizione a cui partecipavano i due scalatori, la Seven Summit Treks. Sono le prime vittime di questa stagione in Nepal.
L’alpinista svizzero «ha sofferto di sfinimento» dopo aver raggiunto la vetta (8.848,86 m), ha detto lo sherpa Chhang Dawa. «Abbiamo inviato altri due sherpa con ossigeno e cibo, ma purtroppo non sono riusciti a salvarlo», ha detto spiegato.
L’alpinista americano era arrivato al gradino di Hillary quando è stato colto da cecità da neve e sfinimento: è stato aiutato a ridiscendere ma è morto poco dopo al campo 4. I copri delle due vittime sono ancora in quota, con il meteo sfavorevole che ne impedisce il recupero.
Nelle ultime stagioni l’Everest ha visto un numero crescente di alpinisti tentare di raggiungere la sua vetta, causando un sovraffollamento a cui sono state attribuite diverse morti. Il Ministero del Turismo nepalese ha quindi annunciato regole per limitare il numero di scalatori che cercano di raggiungere la cima del mondo.

La pandemia da Covid-19 ha cancellato la stagione dello scorso anno, ma quest’anno il Nepal ha allentato le regole di quarantena nel tentativo di attirare più alpinisti. Nel 2021 il Nepal ha emesso un numero record di permessi per scalare la montagna, pari a 408, un numero che supera il massimo storico di 381 segnato nel 2019.

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