<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Italia

Trovata morta la piccola Elena, nessun rapimento. La madre l'ha uccisa a coltellate «per gelosia»

Ore 18.30 - PM: «GELOSIA POSSIBILE MOVENTE». Avrebbe premeditato l’omicidio della figlia Elena di cinque anni. È l’accusa contestata dalla Procura di Catania a Martina Patti nel fermo per omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere. La contestazione si basa sulla ricostruzione della dinamica del delitto da parte dei carabinieri. Alla donna, nella prima fase dell’inchiesta, è stato anche contestato anche il reato di false informazioni al pubblico ministero per avere mentito.

L'ha colpita più volte con un coltello da cucina e poi ha messo il corpicino in dei sacchi neri, prima di nasconderlo sotto terra. Così la mamma, secondo quanto lei stessa ha raccontato a investigatori e inquirenti, ha ucciso Elena. La donna, sottolinea la procura, ha anche precisato di aver «portato a termine l'orrendo crimine in maniera solitaria». Sul corpo della bambina, un primo esame medico legale «ha evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare».

Quello che è emerso dalle indagini è un «quadro di una famiglia non felice, in cui la gioia della figlia non ha compattato la coppia». Lo ha detto il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catania, il colonnello Piercarmine Sica, in conferenza stampa dopo il fermo della madre della piccola Elena, escludendo che vi sia «il coinvolgimento di altri» nell'omicidio. Il movente, ha confermato l'ufficiale, «può essere la gelosia nei confronti della nuova compagna dell'ex convivente ma anche per l'affetto che Elena mostrava nei confronti della donna». Su questo però Martina Patti «non ha detto nulla. È rimasta sul vago, come se non si fosse resa conto di quello che ha fatto. È come se avesse detto 'l'ho fatto ma non so perché».

 

Bimba uccisa nel Catanese: il ritrovamento del corpo da parte dei Carabinieri

 

Ore 14 - LA MADRE HA CONFESSATO: «L'HO UCCISA MA NON SO COME».  Martina Patti, 23 anni, ha confessato a carabinieri e procura di avere ucciso la figlia Elena di 5 anni. Ma nell’interrogatorio non ha saputo spiegare come e perché avrebbe commesso il delitto. Il rapimento era una messa in scena per coprire l’omicidio.
Secondo quanto è emerso la bambina sarebbe stata uccisa nella sua abitazione a Mascalucia dalla madre che avrebbe poi portato e nascosto il corpo della piccola in un vicino terreno di campagna abbandonato cercando di coprire il cadavere con della terra e cenere lavica. Il delitto sarebbe commesso dopo che la donna aveva preso la bambina all’asilo, mentre era sola in casa.

 

Bimba uccisa nel Catanese, la nonna paterna: "Avevamo creduto alla mamma"

 

Ore 13 - LA NONNA PATERNA: «AVEVAMO CREDUTO ALLA MADRE». «Ci avevamo creduto. Avevamo creduto alla storia degli uomini incappucciati. Non avevamo alcuna ragione di non credere. Elena era una bimba meravigliosa...». Lo ha detto Rosaria Testa, nonna paterna di Elena, la bambina di cinque anni di cui la madre aveva denunciato il sequestro e trovata morta in un campo incolto a Mascalucia, nel Catanese. «Quando hanno litigato non voleva andare via da casa - ricorda la nonna - un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani. Quella mattina l’ho accompagnata a scuola e le ho detto "nessuno ti vuole bene più di me". Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito quello che avevo detto. La madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico. Decideva lei quando portarci la bambina...».

 

Bambina uccisa nel Catanese, il padre della vittima sotto choc

 

Ore 11 - BIMBA RAPITA, LA MADRE FA TROVARE IL CADAVERE. È stato trovato il cadavere di Elena, la bambina di cinque anni rapita ieri a Tremestieri etneo.  Da quanto si apprende da fonti investigative, il ritrovamento della piccola Elena è stato possibile grazie alle «pressioni esercitate durante gli interrogatori» dagli investigatori. È stata la madre a fare trovare il corpo di Elena, la figlia di 5 anni di cui aveva denunciato ieri il sequestro da parte di uomini armati. La donna è uscita poco fa dalla sua casa di Mascalucia, con la sua auto, accompagnata dai carabinieri. Nessun altro dato è al momento reso noto. La notizia è stata confermata dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro.  Nell’interrogatorio della notte scorsa «la madre era stata lungamente sentita» e durante un «lungo interrogatorio le erano state contestate varie incongruenze». Lo afferma il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, sulla posizione della mama di Elena. «Stamattina ha fatto ritrovare il cadavere - aggiunge il procuratore - e adesso stiamo raccogliendo le sue dichiarazioni, presumibilmente confessorie». 

«Attendavamo con grande speranza e trepidazione l’epilogo positivo del sospetto rapimento della piccola Elena Del Porto. Ma la triste notizia è che la piccola Elena, non era stata rapita e la madre crollata in pianto ha portato i militari nel luogo dove aveva nascosto il corpo della bambina. È una notizia sconvolgente anche se aspettiamo maggiori dettagli su una vicenda dolorosa e tragica». «Non ho più parole, - dichiara don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, associazione a tutela dei minori -; sono particolarmente paralizzato emotivamente e fatico a elaborare pensieri e ragionamenti. I bambini soppressi e eliminati e aggiungo abusati, sono la piena e manifesta situazione non solo delle fragilità umane, ma della disumana follia di un potere oppressivo e soppressivo del mondo degli adulti che non sanno gestire la rabbia o il loro fallimento e che cancellano come un file la vita dei bambini. Un fallimento che ci interpella per offrire punti certi di riferimento di aiuto nelle conflittualità genitoriali e nelle tragedie che si consumano dentro le mura domestiche».

 

Ore 7.30 - BIMBA RAPITA NEL CATANESE, NOTTE DI TESTIMONIANZE E INDAGINI. È stata una notte di raccolta di prove, verifiche e ricerche per i carabinieri e la Procura di Catania impegnati nell' inchiesta sul sequestro di Elena, la bambina di 5 anni rapita ieri mentre era in auto con la madre a Piano di Tremestieri Etneo. Ai militari dell'Arma della tenenza di Mascalucia, paese dove vive, la donna ha raccontato, disperata in lacrime, che stava rientrando a casa, dopo avere preso la figlia all'asilo, quando tre persone incappucciate e una armata di pistola hanno aperto la portiera della sua vettura prelevando e portando via Elena. Una ricostruzione che è stata più volte analizzata dagli investigatori per trovare elementi utili alle indagini. Che sono serrate, perché il fattore tempo in un sequestro di persona è fondamentale per risolvere il caso. Ecco perché non si sono fermate e sono in corso. Ancora adesso, i carabinieri stanno sentendo persone che potrebbero avere particolari utili a una svolta. E anche per questo ieri sera la Procura di Catania ha autorizzato la diffusione di due foto di Elena. Una scattata proprio ieri: si vede la piccola in un'immagine riflessa sfocata, indossare una maglietta a maniche corte bianca e un paio di pantaloncini gialli. L'altra è dell'8 maggio scorso: la piccola indossa il sopra di una tuta e, sorridente, mostra un biglietto con in basso la parte finale della scritta "auguri mamma!. Per Procura e carabinieri, il sequestro resta ancora un giallo: escludono la mano della criminalità organizzata e che sia collegato a una richiesta di riscatto. E quindi guardano a ogni ipotesi. I genitori, che sembra non siano al momento conviventi, e i familiari della piccola sono stati sentiti nuovamente dai militari dell'Arma, che ribadiscono di non escludere alcuna pista né ipotesi. Una ipotesi, anche se in forma molto dubitativa, l'ha avanzata, de relato, ieri sera il sindaco di Mascalucia, Enzo Magra, «Mi sono messo a disposizione dei carabinieri per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile, i volontari, ma - ha detto - mi è stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga, ma di altro, probabilmente di dinamiche familiari».

Suggerimenti