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Guida al voto

Si vota per 5 referendum e in quasi mille Comuni. Tutto quello che c'è da sapere (e cosa succede se vince il «sì»)

Domenica 12 giugno è election day: si vota dalle ore 7 alle ore 23 per 5 quesiti referendari e per il rinnovo degli organi elettivi in 971 comuni. Lo scrutinio per i referendum abrogativi seguirà la chiusura dei seggi, quello per la tornata amministrativa inizierà alle 14 di lunedì 13 giugno.
Il corpo elettorale per i 5 quesiti referendari - sulla «legge Severino» per l’incandidabilità dopo condanna, sulla limitazione delle misure cautelari, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari, sulle firme per le candidature al Csm - è di 50.915.402 elettori, di cui 4.735.783 all’estero (la rilevazione risale all’8 giugno scorso). Cinque i colori delle schede che verranno consegnate ai votanti: rossa, arancione, gialla, grigia e verde.

  • Il primo quesito (scheda rossa) chiede se si vuole abrogare il Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. L’attuale Legge Severino, infatti, esclude automaticamente da elezioni e incarichi politici chi ha ricevuto una condanna in via definitiva (per mafia, terrorismo, corruzione e altri reati gravi). Nel nostro Paese, in questi casi, è prevista l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, rappresentanti di governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali (in quest'ultimo caso basta una condanna di primo grado per la sospensione). Se vince il «sì» decade questo automatismo, torna in mano ai giudici - di volta in volta-  la decisione se applicare l'interdizione. 
  • Il secondo quesito (scheda arancione) chiede se si vuole abrogare la norma che prevede, in caso di reati gravi, di poter richiedere l’ applicazione di misure cautelari quando vi è il pericolo di reiterazione del reato. Attualmente le misure cautelari possono essere applicate anche nei casi in cui ci sia il pericolo di inquinamento delle prove e il pericolo di fuga. Se vince il «sì» si limita la facoltà da parte del giudice di disporre una misura cautelare nel caso in cui ci sia rischio di reiterazione (e cioè di ripetere) del reato.
  • Il terzo quesito (scheda gialla) chiede se si vogliono abrogare le norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. Attualmente infatti, per i magistrati è possibile passare, per un massimo di quattro volte, dal ruolo di pubblico ministero a quello di giudice. Se vince il «sì» verrebbe meno la possibilità delle cosiddette "porte girevoli" fra la carriera di giudice e pm. La decisione presa all'inizio della carriera dovrà essere mantenuta. 
  • Il quarto quesito (scheda grigia) chiede se si è d’accordo ad abrogare le norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. Attualmente, i magistrati ricevono una valutazione ogni quattro anni dal Consiglio superiore della magistratura ma solo i membri togati, ovvero i magistrati, possono effettuare la valutazione dei loro colleghi, cosa che è preclusa invece, ai membri laici. Se vince il «sì» le valutazioni dei magistrati non sarà questione solamente di altri magistrati ma si aprirebbero anche ad avvocati e professori universitari.
  • Il quinto quesito (scheda verde) chiede se si vogliono abrogare le norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura, in particolare quella che prevede l’obbligo di raccogliere da 25 a 50 firme per potersi candidare come membri dell’Organo di autogoverno della magistratura. Se vince il «sì» il candidato potrà presentarsi senza raccogliere le firme. 
     

Il primo turno delle amministrative riguarda 971 comuni, di cui 142 con popolazione superiore a 15.000 abitanti e 829 pari o inferiore, per un totale di 8.831.743 elettori. In particolare, sono chiamati al voto 22 capoluoghi di provincia e 4 di regione: Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Lodi, Monza, Belluno, Padova, Verona, Gorizia, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, L’Aquila, Barletta, Taranto, Catanzaro, Palermo, Messina, Oristano. Dei capoluoghi di provincia al voto sono 4 quelli commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco. Tra le regioni, quelle maggiormente interessate al voto per le elezioni comunali sono la Sicilia con 1.549.799 elettori e 120 comuni, la Lombardia con 1.044.753 elettori e 127 comuni e il Veneto con 993.634 elettori e 86 comuni. Sono ammessi al voto tutti i cittadini maggiorenni presenti nelle liste elettorali. Possono votare per le comunali anche i cittadini UE residenti in Italia, previa iscrizione alle liste elettorali.

Nei comuni fino a 15.000 abitanti non è previsto il ballottaggio (salvo il caso di parità di voti tra i due candidati sindaci più votati) e neanche il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare allo stesso tempo per una lista che appoggia un possibile sindaco e un candidato a primo cittadino di un altro schieramento. È eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Solo in caso di parità assoluta di voti si procede ad un turno di ballottaggio domenica 26 giugno. Nei comuni oltre i 15.000 abitanti è eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno). Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare domenica 26 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati. In occasione del voto, il ministero dell’Interno aprirà la sala stampa al Viminale dalle ore 18 di domani 12 giugno. 

Nel Vicentino i comuni al volto per il rinnovo delle amministrazioni locali sono: Thiene, Romano d’Ezzelino, Rosà, Marano Vicentino, Sandrigo, Brendola, Sarego, Villaverla, Val Liona e Schiavon.

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