È polemica

Bonus per chi si sposa in chiesa. Palazzo Chigi: «È un'iniziativa parlamentare. Non è allo studio del governo»

La celebrazione di un matrimonio in chiesa. FOTO ARCHIVIO

Bonus per chi si sposa (in chiesa), è polemica. La Lega ha presentato una »proposta di legge alla Camera» che prevede un bonus matrimonio fino a 20 mila euro. Ma ieri, domenica 20 novembre, in serata fonti di Palazzo Chigi hanno precisato che la proposta è una iniziativa parlamentare e non è allo studio del governo e proseguono: che «nell'ambito di un quadro finanziario complesso l'Esecutivo è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio».  

Nessuna proposta di legge ma «una iniziativa parlamentare»

La proposta, della quale si è avuto notizia ieri, era stata depositata da Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli e dal parlamentare vicentino Erik Pretto della Lega. E si basa tra l’altro sulla detrazione del 20 per cento delle spese collegate alla celebrazione del matrimonio religioso: dagli ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, agli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il parrucchiere, il make-up e il servizio fotografico. Obiettivo dei proponenti è risollevare la sorte dei matrimoni religiosi calo.

Il ministro Crosetto: «Non ci è mai passato in mente»

E il ministro della Difesa Guido Cosetto ribadisce: «Il bonus nozze non fa parte della manovra, è la proposta presentata da un deputato. Non è mai passato in mente a Palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in chiesa, non è un tema che interessa ad uno Stato laico».

La "correzione" sulla proposta di legge della Lega

E subito è scoppiata la polemica con le opposizioni che ricordano come «lo Stato sia laico». E a stretto giro di posta è arrivata anche la "correzione": «La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no», ha detto in serata il primo firmatario, Domenico Furgiuele.

I dati dei matrimoni

E se i dati provvisori Istat dei primi nove mesi del 2021, mostrano che i matrimoni sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020, questa ripresa non è sufficiente a recuperare i numeri persi nel 2020. Confrontando, infatti, i primi nove mesi del 2021 con lo stesso periodo pre-pandemico la variazione resta negativa (-4,5%) e in linea con la diminuzione già sperimentata negli anni più recenti. La pandemia infatti ha indotto moltissimi, soprattutto giovani, a rinviare le nozze, che nel giro di un solo anno sono quasi dimezzate: nel 2020 sono stati celebrati infatti 96.841 matrimoni, 87 mila in meno rispetto al 2019 pari al -47,4%. In forte calo a causa del Covid anche le unioni civili, le separazioni e i divorzi: le prime, tra partner dello stesso sesso, sono scese del 33%, le separazioni del 18% e i divorzi del 21,9%.

 

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