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L'addio al Papa Emerito

Le ultime parole fino al tracollo. Così è mancato Benedetto XVI

Le ultime parole le ha raccolte nel cuore della notte un infermiere
La salma di Papa Ratzinger nella Basilica di San Pietro
La salma di Papa Ratzinger nella Basilica di San Pietro
Ratzinger, tra i fedeli in fila a San Pietro (Video GdV - Paolo Rodari)

Il tracollo fatale è stato determinato dalla febbre e da un blocco renale avvenuto nelle prime ore del mattino del 31 dicembre. Il segretario di Papa Benedetto XVI, Georg Gänswein, ha subito telefonato a Papa Francesco, che è accorso in pochi minuti e ha benedetto la salma del suo predecessore. È mancato così Benedetto XVI, secondo una ricostruzione di Tv2000, dopo giorni in cui gli stati di coscienza si sono alternati a ore di sonno. Capiva che la fine era imminente. Ha affrontato le ultime ore nel Monastero Mater Ecclesiae dove ha abitato dal 2013, dal giorno della rinuncia al soglio di Pietro, come un eremita si ritira in un luogo inaccessibile per vivere il “solo a solo” con Dio.

 

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Le ultime parole

«Signore ti amo» invece sono le ultime parole, pronunciate in italiano, da Ratzinger nella notte prima di morire. Le ha rivelate il quotidiano argentino La Nacion. Le ha raccolte nel cuore della notte un infermiere, ha spiegato il direttore editoriale dei Media vaticani, Andrea Tornielli, su Vatican News. «Erano circa le 3 della mattina del 31 dicembre. Ratzinger non era ancora entrato in agonia, e in quel momento i suoi collaboratori e assistenti si erano dati il cambio». Con lui, in quel momento, «c’era solo un infermiere che non parla il tedesco. “Benedetto XVI – racconta commosso il suo segretario, Gänswein - con un filo di voce, ma in modo ben distinguibile, ha detto, in italiano: ‘Signore ti amo!’ Io in quel momento non c’ero, ma l’infermiere me l’ha raccontato poco dopo. Sono state le sue ultime parole comprensibili, perché successivamente non è stato più grado di esprimersi”».

Sognava di fare il Bibliotecario

Benedetto ha vissuto gli ultimi giorni al Mater Ecclesiae con quella serenità che ha caratterizzato tutti gli ultimi anni della sua lunga vita. Prima di essere eletto al soglio di Pietro si dice che avrebbe voluto diventare Bibliotecario del Vaticano, un ruolo che sentiva disegnato per sé. Ha dovuto invece accettare l’elezione, salvo poi farsi da parte quando ha capito che le forze non lo sorreggevano più.

Un anno prima della rinuncia

La volontà di ritirarsi era presente in lui da tempo. Già il 12 marzo del 2012, esattamente un anno prima dell’elezione di Francesco, Benedetto si trovava al Celio, in visita al monastero dei benedettini camaldolesi. A pranzo coi monaci, Ratzinger parlò di sé e svelò che soltanto lì, nel ritiro monacale, si sentiva a casa sua.

Mancava un anno all’annuncio della rinuncia al papato, ma sembrava che nel suo cuore il Papa avesse già deciso il proprio futuro. A rivelare le parole inedite di Benedetto XVI fu padre Innocenzo Gargano, per anni priore di questa piccola comunità. Che disse anche: «Ratzinger ha capito che la forma più alta di governo risiede nella contemplazione».

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Paolo Rodari

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