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Italia

L'appello dei genitori di Denise: «Chiedete a Messina Denaro dov'è»

La famiglia Pipitone dopo l'arresto del boss si rivolge ai magistrati: «Siamo convinti che lui sappia cosa è successo 18 anni fa a nostra figlia»

L'arresto del superlatitante, fermato dopo 30 anni vissuti da fantasma, riaccende una speranza. «Forse chiediamo un miracolo ma vogliamo provarci. Chiediamo a Matteo Messina Denaro, o a chi per lui, di farci sapere dov’è nostra figlia». Lo dicono all’Ansa Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. Il territorio di Mazara del Vallo sarebbe nello specchio d’influenza mafiosa del clan di Messina Denaro. 

«Siamo convinti - hanno continuato i genitori di Denise - che lui sappia cosa sia successo 18 anni fa, non perchè lo riteniamo responsabile del fatto, ma perchè non si muoveva foglia sul
nostro territorio che non fosse di sua conoscenza a maggior ragione trattandosi di un fatto estremamente anomalo come il rapimento di una bambina che a causa di tutto lo spiegamento
delle forze dell’ordine in quel periodo avrà dato non poco fastidio ad alcuni se non allo stesso. Chiediamo un ultimo atto di redenzione da parte sua, a nome di nostra figlia Denise, e nei confronti di tutti quegli innocenti morti ammazzati».

Subito dopo la cattura del superlatitante, Piera Maggio e il marito Piero Pulizzi su Facebook avevano scritto: «Chiediamo allo Stato italiano, ai magistrati che se ne prenderanno carico. Dopo tutti gli accertamenti e le doverose domande di rito al boss Matteo Messina Denaro, qualcuno cortesemente chieda al boss, se in qualche modo ha avuto notizie sul sequestro di nostra figlia Denise». E oggi Piera Maggio ha ripetuto questa frase

«Noi ci auguriamo che Matteo Messina Denaro possa dire qualcosa sulla scomparsa di Denise Pipitone» lo ha detto l’avvocato Giacomo Frazzitta - legale di parte civile per Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, nel programma di Rai2 «Ore14». Il legale poi puntualizza: «Sarebbe bello, ma è un messaggio messo in una bottiglia e lanciato nell’oceano».

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