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Incontro col Governo

Covid, test salivari per le scuole. Presidi: «Altrimenti si riveda la decisione di far rientrare tutti in classe»

Studenti all'ingresso di scuola in una foto di archivio Ansa
Studenti all'ingresso di scuola in una foto di archivio Ansa
Studenti all'ingresso di scuola in una foto di archivio Ansa
Studenti all'ingresso di scuola in una foto di archivio Ansa

Il governo valuta test salivari per aprire scuole più sicure e prevenire l'eventuale contagio, importando il "modello Lazio e Bolzano" un po' in tutte le Regioni. Sindacati e presidi dopo l'incontro di oggi, lunedì 19 aprile, al ministero dell'Istruzione: «Altrimenti si riveda la decisione di far rientrare tutti in classe il 26 aprile».

 

SINDACATI E PRESIDI

«Sono le Regioni che hanno la competenza e questo ci preoccupa: avremo ancora una volta una situazione a macchia di leopardo» lo dice Maddalena Gissi, segretario Cisl Scuola. «Serve una presa di posizione di Regioni, Anci, Upi e Governo per garantire maggiore uniformità», aggiunge. «Abbiamo chiesto i tamponi salivali, la tracciabilità è necessaria anche sugli studenti ma tutto viene detto e niente fatto. Aspettiamo delle indicazioni precise dal Cts e già è stato detto che tutta la scuola riapre. Ci sembra grave» aggiunge Elvira Serafini dello Snals. Anche la Flc Cgil chiede che il Governo rivaluti la scelta per la ripresa attività scolastiche in presenza al 100% dal 26 aprile e lavori concretamente per raggiungere l'obiettivo in sicurezza. «Prima di decidere la riapertura al 100% in presenza bisogna riprendere subito la campagna di vaccinazione, rinnovare i protocolli di sicurezza, effettuare tracciamenti, anche a campione, valutare i dati dei vaccinati. In caso contrario non c'è alcuna garanzia» dice il segretario Francesco Sinopoli».

«Non ci sono le condizioni per garantire la sicurezza di alunni e personale il prossimo 26 aprile. Ma si rischia anche un nuovo anno scolastico con gli stessi problemi senza la revisione dei parametri per formare le classi e la revisione degli organici» dice il sindacato Anief, guidato da Marcello Pacifico, al termine dell'incontro.  

 

L'ESPERTO

«L’immunità per tre quarti del personale scolastico e un programma di test salivari rapidi sugli studenti renderanno la scuola ancora più sicura». Lo sostiene anche Sergio Abrignani, immunologo dell’università Statale di Milano e membro del Cts per l’emergenza coronavirus, in un’intervista a La Repubblica. «Da parte nostra c’è una proposta concreta sul tavolo - spiega -. Poi sarà il Governo a decidere. Volendo, si potrebbe partire fra due o tre settimane». «I test salivari non sono invasivi come i tamponi nasali - sottolinea -. Sono antigenici, quindi rapidi, e molto semplici da eseguire. Danno il risultato in 5 minuti. Non sono ovviamente precisi come i tamponi molecolari, ma per gli screening su grandi numeri sono un aiuto valido. Possiamo pensare a test ripetuti una o due volte alla settimana su tutti gli studenti».

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