Lavarsi, vestirsi, mangiare, dormire, socializzare: sono le prime cose che impariamo a fare da soli. Definiscono la nostra indipendenza e la nostra individualità. Perdendo autonomia in queste attività, la persona con demenza rischia di perdere anche la propria identità e la propria dignità. Forse è per questo che molti resistono o rifiutano l’indispensabile aiuto che viene loro offerto da familiari e assistenti? L’approccio occupazionale rimette al centro della cura le attività e le occupazioni cui la persona dà valore, riconoscendone la valenza identitaria e studiando modalità di esecuzione che le consentano di parteciparvi attingendo alle abilità conservate. Le attività della vita quotidiana- proprio ciò in cui il caregiver consuma la maggior parte delle proprie energie – diventano una risorsa terapeutica. Ne parleremo con Cinzia Negri Chinaglia, specialista in Geriatria e Gerontologia, già Direttore UOC Riabilitazione Alzheimer – ASP IMMeS e Pio Albergo Trivulzio – Milano e Bianca Maria Petrucci, terapista occupazionale, docente di Terapia Occupazionale presso l’Università statale di Milano, specialista nell’ambito delle Demenze, Parkinson e Artrite Reumatoide.