L’INTERVENTO
La mano del violinista studiata dagli scienziati
I movimenti rapidissimi e millimetrici sono possibili riuscendo a pensare in anticipo l'esecuzione da fare
L’allenamento parte dal cervello. Lo sanno bene i violinisti che rappresentano per i neuroscienziati un vero “laboratorio” naturale di studio. Perché se chi suona uno strumento musicale impegna il cervello in modo complesso, chi suona il violino spinge ancor di più sull’“acceleratore”. E questo deriva dal fatto che «per un violinista l’uso della mano sinistra è molto differente da quello di altri musicisti. Si tratta di produrre movimenti non solo rapidissimi, ma anche micrometrici. Un errore di qualche decimo di millimetro si riflette sul suono. Ecco allora che il modo in cui un violinista utilizza il cervello, ma anche la memoria tattile e quella motoria, diventa di particolare interesse per gli scienziati». A confermarlo è Elio Orio, direttore del conservatorio Pollini di Padova , protagonista dell’incontro “La stanza dei suoni - Homunculus e mano sinistra”.