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Maurizio Renzo Ermeti

«Vicenzaoro oltre le aspettative. Ora puntiamo a un salto di qualità»

L'intervista al presidente di Italian Exibition Group
Maurizio Renzo Ermeti
Maurizio Renzo Ermeti
Maurizio Renzo Ermeti
Maurizio Renzo Ermeti

Non poteva iniziare con una Vicenzaoro migliore la presidenza di Maurizio Renzo Ermeti, che ha raccolto l'eredità del suo «maestro e mentore» Lorenzo Cagnoni alla guida di Ieg e che, nei primi mesi a capo della società, ha già redatto un nuovo e ambizioso piano industriale.

Presidente Ermeti, com'è andata questa edizione di Vicenzaoro?
Molto bene. Questa edizione ha celebrato in modo perfetto i 70 anni, andando anche oltre le previsioni più ottimistiche e siamo convinti di aver proiettato la manifestazione nella competizione dei prossimi 70 anni. Veder tornare tutto il mondo della gioielleria e aumentare i buyer, il 60% dei quali da 140 paesi esteri, non può che soddisfarci. Lo stesso vale per T.Gold, andato molto bene con un aumento di visitatori, come anche VO Vintage, con il 22% di espositori in più. È stata un'edizione anche molto dedicata ai giovani. Da tempo, confrontandoci coi clienti, abbiamo rilevato la cronica carenza di forza lavoro giovane. Il settore e le associazioni hanno cominciato ad aprirsi alle scuole, ed è stato bello vedere i ragazzi accolti negli stand, dove ognuno presentava il proprio brand, cercando di farli innamorare del settore.

Per il 2025 avete in serbo una sorpresa, o sbaglio?
Vero, abbiamo rilevato un simposio che si teneva a Santa Fe e che sarà il "Vicenza Symposium", che dal 2 al 4 settembre del prossimo anno si svolgerà in città, allo scopo di lavorare con le aziende per risolvere i loro problemi e che ci ha aperto una collaborazione con le aziende leader del mondo del settore dei macchinari per la lavorazione dell'oro. Sarà per i macchinari quello che il Summit di Arezzo è per il gioiello.

Come ha vissuto la sua prima fiera da presidente?
A parte l'emotività di trovarmi questa responsabilità sulle spalle, molto serenamente. Conoscevo questa realtà, avendola vissuta in cda fin dalla fusione e non sono spaventato della nuova responsabilità. Conosco l'azienda, l'impegno che ci mette, la serenità del rapporto con la città e le istituzioni, e la forza dei nostri team. Il cambio di presidenza non segna un cambio di passo, anzi rafforza il legame con Vicenza e coi progetti che abbiamo. A partire dai lavori del nuovo padiglione. Inizieremo subito e abbiamo pensato ad un valido progetto per far convivere le manifestazioni con i lavori. Impegneremo più di 60 milioni di euro e si conferma il rapporto di fiducia perché, se nel primo piano industriale veniva chiesto a tutti i soci di contribuire, quello nuovo prevede che Ieg lo faccia in maniera autonoma.

Insomma una successione in continuità. Raccoglie da Cagnoni un'eredità importante...
Sono stato in cda con lui per 26 anni e per me è stato un mentore e un maestro. Anche solo per questo si può dire che non c'è pericolo di discontinuità nella visionarietà, nel portare avanti i progetti e nello stile aziendale. Cercherò semmai di aggiungere l'esperienza che ho acquisito e se possibile di migliorare ciò che stiamo facendo con nuovi progetti, per far diventare la società ancora più importante.

Il 25 gennaio presentate il nuovo piano industriale, cosa prevede?
Avevamo redatto un piano industriale due anni fa, ma eravamo ancora troppo vicini all'uscita dal Covid. Appena insediato ho chiesto di guardare i numeri per il prossimo quinquennio, per vedere se potevamo inserire degli elementi di novità, visto che le ultime manifestazioni stavano andando molto bene. Questa verifica ha prodotto esiti molto incoraggianti e abbiamo rivisto la strategia, proiettando il nuovo piano al 2028, con la conferma che il lavoro che faremo ci porterà a raggiungere dei risultati molto più ambiziosi.

Quali?
Confidiamo di riuscire a fare un ulteriore salto di qualità, per consolidare il nostro primato di organizzatori diretti di eventi fieristici, ma abbiamo l'ambizione di diventare la prima in Italia anche per forza economica. Con le manifestazioni che abbiamo e i due progetti di ampliamento a Vicenza e Rimini, possiamo potenziare il fatturato a un livello top in Italia e anche la presenza all'estero, che sta dando buoni risultati.Le fiere italiane, però, nello scenario internazionale restano piccole.

Il matrimonio con Vicenza è stato positivo, ce ne sono altri possibili?
Tutti ci guardiamo attorno per vedere come potenziare il nostro ambito industriale. Dipenderà dalle situazioni che si verranno a creare. Il nostro progetto consiste nel creare relazioni forti e dinamiche con i nostri clienti, costruendo insieme progetti di sviluppo, che possono andare oltre la manifestazione fieristica. Quando la fiera arriva, è l'evento culmine di un'esperienza che dura tutto l'anno. Questo è ciò che ci rende forti, se troveremo altri che condividono questa filosofia, certamente si potranno costituire partnership o addirittura fusioni.

Maria Elena Bonacini