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L'amministratore delegato di Ieg

Salone dei gioielli, si alza il sipario. Peraboni: «Al lavoro per i prossimi 70 anni»

Dall'ampliamento del quartiere fieristico a future nuove fusioni: «Sarà l'ultima edizione di un ciclo»

Il sipario su Vicenzaoro si alza oggi, e Corrado Peraboni, amministratore di Ieg, si aspetta non solo un'ottima edizione, ma facce nuove grazie alle manifestazioni di Italian Exhibition Group a Dubai e Singapore. Lo sguardo, però, è già al futuro, con la partenza dei lavori, senza escludere che ad ampliarsi non sia solo il quartiere fieristico.

Inaugurate l'edizione del 70° compleanno di Vicenzaoro, una bella responsabilità...
Lo è, come hanno avuto una grande responsabilità tutti coloro che hanno contribuito alla crescita costante di Vicenzaoro, portandola nell'olimpo delle fiere internazionali, prima in Europa. Questa edizione sarà l'ultima di un ciclo, poi ci saranno un paio d'anni di sofferenza, ma è un passaggio necessario per preparare i prossimi settant'anni.

Come si svolgeranno le prossime edizioni?
Siamo riusciti a garantire a tutti gli espositori di restare nel quartiere durante i lavori ed è un mezzo miracolo tecnico dei colleghi. Riuscire a sistemare 300 espositori in strutture temporanee, con un cantiere operativo in mezzo alla fiera, non so se abbia precedenti. Soprattutto perché quello di Vicenza è un quartiere molto difficile. Ci sarà un grande sforzo per fare in modo che le prossime tre o quattro edizioni si svolgano nel miglior modo possibile.

Cosa vi hanno detto gli espositori?
Hanno capito che è un disagio necessario per avere poi un quartiere più bello e più funzionale. L'alternativa era andare via da Vicenza per due anni, sicuramente sarebbe stato più facile, ma non è quello che il nostro gruppo ha mai voluto fare. Per noi la fiera dell'oro è indissolubilmente legata a Vicenza.

Una risposta più che concreta a chi, al momento della fusione, pensava che avreste portato l'oro a Rimini?
Certamente, se avessimo avuto intenzioni predatorie, questa sarebbe stata l'occasione giusta, ma non era quello lo spirito e ci fa piacere che questa sia la conferma che è stata un'operazione assolutamente felice per entrambi. Matteo Marzotto auspica che Ieg possa essere un esempio per la creazione di un soggetto più ampio a livello italiano. Noi siamo sempre pronti e l'abbiamo dimostrato quando ci abbiamo provato con Bologna. Prima del covid era partita una concentrazione pazzesca nel mondo fieristico, basti pensare che il numero due al mondo ha comprato il numero uno. Si sono creati alcuni colossi enormi, poi questa corsa con la pandemia si è fermata, ma sappiamo che il 2024 sarà l'anno della ripresa delle grandi operazioni di concentrazione. Di fronte ai colossi che si vanno creando noi italiani siamo piccoli e sono operazioni che prima o poi saremo chiamati a prendere in considerazione.

Avete già qualcosa in mente?
No, siamo in una fase di ascolto delle possibilità che possono emergere, poi è una cosa che riguarderà i soci sia di Rimini che di Vicenza. Noi se si prospettano operazioni industrialmente sensate siamo sempre pronti a prenderle in considerazione. Intanto, comunque, facciamo il nostro piano industriale, che presenteremo il 25 gennaio a Milano alla comunità finanziaria, che conferma la forte crescita del gruppo.

Siete riusciti a superare un periodo devastante per le fiere...
E siamo stati probabilmente i più veloci a farlo. Quest'anno dovrebbe essere quello in cui tutti torneranno ai livelli del 2019, noi l'abbiamo già fatto nel 2023, visto che supereremo ampiamente i 200 milioni, mentre prima della pandemia eravamo a 179.

Che sensazioni avete riguardo a questa Vicenzaoro?
Molto buona, perché l'onda lunga della crescita che c'è stata negli ultimi anni continua, anche se è rallentata perché non era ipotizzabile raddoppiare i fatturati ogni anno. Ci aspettiamo anche di vedere facce nuove, perché tutte le operazioni che stiamo facendo, da Dubai a Singapore, fanno conoscere Vicenzaoro anche a quei buyer che non ci sono ancora stati ed edizione dopo edizione vediamo nuovi visitatori.

Un augurio a Vicenzaoro per i prossimi 70 anni?
Che siano come i primi 70.

Maria Elena Bonacini