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VicenzaOro

Pietre preziose, design e tecnologia in Africa per promuovere il benessere delle donne

Il progetto presentato da Ieg, Bpw International Africa Business Council
VicenzaOro (Colorfoto)
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Portare design, tecnologia e competenze in Africa per promuovere il benessere delle donne attraverso la lavorazione delle pietre. È questo l'obiettivo del progetto illustrato ieri a Vicenzaoro nell'evento organizzato da Ieg in collaborazione con Bpw International e Africa Business Council. A parlarne, tra gli altri, Amany Asfour, presidente di Africa Business Council.

«Oggi le miniere africane vendono la materia grezza, non lucidata e tagliata, quindi le donne non ne beneficiano - sottolinea Asfour -. Quello che vogliamo ottenere è andare "dalla miniera al mercato", cioè che queste pietre vengano lucidate e tagliate sul continente. La collaborazione con Ieg e i designer e le aziende italiane servirà ad aprire scuole di formazione affinché le donne imparino questi lavori, per aggiungere valore alle pietre grazie alle competenze e ai macchinari italiani, che abbiamo visitato a T.Gold».

Una volta lavorate, l'obiettivo è portare queste pietre sui mercati internazionali, anche attraverso la collaborazione con Ieg. Oggi, infatti, le pietre grezze estratte dalle donne africane con il solo ausilio dei martelli e in situazioni di sfruttamento, lavorate a Jaipur. Il maggior profitto, quindi, non è quello che resta in Africa, ma in India. «L'Africa è il paese più ricco di pietre preziose, ma è povero - continua Asfour - abbiamo tanzaniti, rubini, smeraldi, diamanti, tutto. Ma gli africani soffrono la povertà, perché? Si chiama sfruttamento. Per invertire questo andamento, dobbiamo aumentare la ricchezza, creare posti di lavoro e fare in modo che le materie prime non vengano esportate come prodotti a buon mercato e importati poi come prodotti finiti. Dobbiamo creare gioielli in Africa e gli italiani sono ottimi designer, sono artisti. Uno si è già detto disponibile a collaborare».

Il primo passo - appunto - è la creazione di scuole di formazione accanto alle miniere, tra gli altri in Zambia, Malawi, Zimbabwe e Nigeria in collaborazione con aziende orafe, tecnologiche e designer. Ma Asfour non vuole sentir pronunciare la parola "aiuto". «Entrambi ci guadagniamo - conclude -. Loro vendono i loro macchinari e formando le donne hanno accesso al nostro mercato, saltando gli intermediari e avendo pietre della qualità che desiderano. È una partnership tra uguali che soddisfa entrambi. Spero che molti aderiscano al progetto, perché un proverbio africano recita: Se vuoi andare veloce, va' solo; se vuoi andare lontano, va' assieme».

Maria Elena Bonacini