<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
VicenzaOro

La "lezione d'oro" in fiera tra minerali e modelli 3D. «Così nascono i gioielli»

L'appuntamento promosso da Confindustria Federorafi con Provincia e Ieg. «Ogni pezzo realizzato è come un figlio»
VicenzaOro (Colorfoto)
VicenzaOro (Colorfoto)
VicenzaOro (Colorfoto)
VicenzaOro (Colorfoto)

Diventare orafi, tagliatori, incassatori, lustraresse, ma anche prototipatori 3D, addetti alle macchine a controllo numerico, designer e responsabili del digital marketing. Ieri mattina un centinaio di ragazzi di terza media, quarta e quinta superiore delle scuole di Vicenza, Arezzo e Valenza e i loro accompagnatori hanno ascoltato le esperienze di chi questo mestiere lo fa da pochi mesi o da molti anni, per scoprire un settore ancora poco conosciuto ai giovani, ma che offre moltissime opportunità di lavoro.

L'iniziativa, promossa da Confindustria Federorafi in collaborazione con la Provincia e Ieg ha portato per la prima volta gli studenti in fiera. Ad aprire la giornata Marco Carniello, direttore delle fiere jewellery & fashion di Ieg, la vicepresidente della Provincia Maria Cristina Franco, il sindaco Francesco Rucco e il provveditore Nicoletta Morbioli, che ha anche ripercorso la storia dell'oreficeria vicentina. Poi la parola è passata ai protagonisti, intervistati dalla vicepresidente di Federorafi Alessia Crivelli e da Gianluca Cravera, direttore della Fondazione Mani Intelligenti di Valenza.

I lavoratori hanno raccontato professioni differenti, tutte però con un minimo comune denominatore: la passione. Quella di Barbara Zanotto, arrivata in azienda «perché a Vicenza l'orafo era un settore importante» e che dopo tanti anni da lustraressa, passati anche a formare i colleghi, ancora si emoziona «vedendo il pezzo che ho in mano cambiare. Il mio lavoro è dare vita al gioiello, rendendolo lucido come lo si vede da indossato. È una responsabilità, perché opero sul lavoro di tutti gli altri».

Marco Braggion, tagliatore, da piccolo collezionava i minerali che acquistava in edicola, oggi taglia pietre preziose. «Le pietre sono un mondo enorme - racconta - ognuna ha caratteristiche differenti e richiede una lavorazione specifica». Il suo compito è tagliare gemme preziosissime, ottenendone il massimo con il minimo spreco. «In pratica da un grosso sasso tiro fuori quello che ha dentro. È un lavoro affascinante, che mi permette anche di viaggiare».

Queste pietre arrivano tra le mani di Marcello Monti, incassatore, che i suoi progetti li sogna anche in vacanza. «Ho iniziato come scommessa, non pensavo di essere adatto a un lavoro di precisione. Ho anche mollato perché non mi sentivo all'altezza, poi ho ricominciato con consapevolezza e oggi fa parte di me. Quando siedo al banco mi emoziono e se ho un progetto non vedo l'ora di iniziarlo».

Le pietre le monta sui gioielli  Andrea Taglietti. «Ho iniziato in un'azienda dove si creava tutto a mano da zero. Adesso ci sono tanti aiuti tecnologici che ci permettono di fare cose prima impensabili, ma fa ancora effetto vedere i tuoi gioielli indossati da star e principesse».

Chi sta all'origine di questo lavoro è il designer, come Chiara Fabbri, nuovissima del settore, che dagli studi artistici di scultura è passata allo Ied e dopo uno stage è stata assunta in una grande azienda orafa. «Del mio lavoro amo creare bellezza, il gioiello è arte ed emozione e ogni pezzo realizzato è come un figlio. Quando li vedo saltello per l'azienda».

Ma nelle imprese c'è anche una tecnologia avanzatissima, sconosciuta ai più. Gemma Michelin da ragioneria è arrivata alla prototipazione 3D in una realtà che produce leghe. «È una tecnica innovativa che è partita da noi nel 2008 e oggi produciamo i modelli direttamente con la polvere preziosa, che viene fusa e stampata». Si occupa di macchine a controllo numerico, invece, Gianni Corrado. «Da meccanico non sapevo nulla di questo settore, ma siamo arrivati a processi estremamente complessi e più un pezzo è complicato da produrre, più è entusiasmante».

Ma tutte queste cose vanno comunicate e da pochi mesi Andrea Variati lo fa sui social. «È un settore estremamente vario e credo che a livello comunicativo offra tante possibilità di raccontarlo ai giovani, come abbiamo fatto in un bel progetto su tik tok».

Ma cosa ci vuole per entrare in questo mondo? La risposta arriva da Crivelli: «Passione e determinazione». Poi la creatività esce anche grazie alle esperienze e al contatto coi colleghi. A chiudere la mattinata Claudia Piaserico, presidente di Federorafi, che pur da figlia d'arte in questo mestiere si è dovuta imporre. «Non c'è un iter formativo specifico - sottolinea - Ci sono le scuole dedicate, ma l'importante è conoscere le opportunità. Chi ha raccontato questo lavoro ha raccontato l'orgoglio di contribuire a un risultato, il nostro è un gioiello che è patrimonio della tradizione italiana».

Maria Elena Bonacini